Tanta roba, ma senza gol. Cagliari in salute, non merita questa classifica: scelti ingredienti giusti. Radunovic para anche le critiche. Sono già rispuntati i pessimisti: tutti a lezione da Boskov...
di Vittorio Sanna
A dirla così, come nel titolo sembrerebbe un insignificante dettaglio, ma nel calcio il gol, è un dettaglio che vale più di tanta roba. Quel che si è vista sotto un caldo umido insopportabile non si può trascurare, anche se la delusione per il pari rischia di rendere tutto vano. Vano non è quando gli attaccanti tirano poco in porta e malgrado questo hai cinque nitide occasioni per segnare. Non un dettaglio. Il Cagliari ci è arrivato di squadra a insidiare Silvestri, su manovra e cross da destra, su calcio piazzato, su recupero in seguito a pressing alto esercitato da un difensore, con scambio uno/due concluso in diagonale. Poca precisione nei colpi di testa che potevano diventare determinanti, contro una squadra, l’Udinese, che dei calci piazzati ne fa l’arma principale.
Una prova di squadra che squadra non è ancora al 100 per cento. Pretendere che lo sia al debutto di Hatzidiakos e di Prati, alla seconda di Wieteska è chiaramente esagerato. La squadra si fa con il tempo, con l’esperienza, con la conoscenza reciproca. Eppure, anche se unita ad istinto, in molti reparti non si sono viste frequenti scollature.
La più evidente è servita a Radunovic per riprendere il punto che lui aveva perso con un errore che fa parte della carriera dei portieri. Un errore fin troppo sottolineato che l’estremo difensore rossoblù ha rispedito al mittente proprio come il pallonetto di Lucca che poteva portare alla beffa.
Sarebbe infatti stata tale una sconfitta dopo i contenuti che sono stati colti. Difesa sicura, centrocampo ordinato, inserimenti di Deiola frequenti e puntuali. Qualcosa è mancato a sinistra dove si è spinto meno con centrocampisti e difensori ma ci ha pensato Luvumbo a creare scompiglio, ben assistito da Pavoletti e Shomurodov che si sono trasmessi in corsa il compito di creare spazio all’Angolano. Ancora una volta il più vicino al gol. Silvestri si sta ancora chiedendo da dove è sbucato il pallone che si è ritrovato tra leni dopo la fucilata che ha centrato il palo.
Ranieri ha da lavorare per trovare il gol, il dettaglio determinante. Ma gli ingredienti da lui scelti d’accordo con la società, sembrano quelli giusti. Creare tanto avendo Nandez e Mancosu in panchina, senza poter contare su Lapadula e Petagna è un indice di buona salute, non sintetizzata affatto dalla classifica.
I pessimisti sono già rispuntati ma si è solo all’inizio del campionato. Anche guardare al calendario come se le avessimo tutte perse è l’esatto contrario di ciò che il Cagliari esprime: voglia di lottare su ogni campo a prescindere dall’avversario. Se si sta dietro al leader e si coltivano i valori dell’animo, non c’è partita che è persa finche arbitro fischia. Lo diceva Boskov ma vale per l’eternità
VITTORIO SANNA - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.