Olbia, parla Chierico: "Impatto positivo, Emerson e Ragatzu sempre pronti a darci una mano"

Olbia, parla Chierico: "Impatto positivo, Emerson e Ragatzu sempre pronti a darci una mano"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Uff. Stampa Olbia Calcio
mercoledì 25 agosto 2021, 17:30Le altre sarde
di Redazione TuttoCagliari

Quando il calcio è una questione di famiglia, ma anche molto di più. Perché Luca Chierico, figlio dell'ex calciatore della Roma Odoacre Chierico, ha da sempre camminato con le sue gambe per farsi strada nel mondo pallonaro italiano, e ha ora la sua grande occasione: il giovanissimo mediano - messi alle spalle diversi infortuni - è approdato all'Olbia, una delle migliori piazze del panorama di C per la valorizzazione di giovani talenti.
Con l'avvio del campionato alle porte, i microfoni di TuttoMercatoWeb.com, hanno contattato il mediano per fare con lui il punto della situazione. 

Domanda che forse ti avranno fatto mille volte. In un'Italia ancora alle prese con troppi pregiudizi, quanto pesa essere un figlio d'arte?
"Effettivamente ci sono ancora tanti stereotipi, il cognome può pesare, ma io ho avuto la fortuna di avere un padre che non è mai stato invadente, si è solo limitato a darmi consigli e starmi vicino quando ho subito continui infortuni alla spalla che hanno un po' ostacolato la mia carriera. Non ho mai sentito questa sorta di pressione, che invece hanno magari provato altri ragazzi con cognomi pesanti".

Hai subito accennato agli infortuni, occorsi per altro nel momento clou della tua carriera, quello del possibile salto: come hai vissuto gli ultimi due anni?
"Gli ultimi due anni son stati duri, ho subito cinque operazioni alla spalla, ogni volta che pensavo di esser pronto c'erano puntualmente ricadute, ed era brutto vedere che seminavo senza però raccogliere. Non nascondo che ci sono state delle difficoltà, per altro negli anni più importanti, quelli in cui un ragazzo può mettersi in mostra, ma alla fine gli infortuni fanno parte del nostro lavoro. Si superano, e fortunatamente son riuscito ad andare oltre". 

Ti trovi ora in C, dopo un anno in B. Potrebbe esser vissuta come un passo indietro, ma forse è più un passo per uno slancio in avanti...
"Assolutamente si, è un passo per poter poi andare avanti, perché voglio giocare e mettermi in mostra: a Olbia ho trovato un bell'ambiente, dove mi son sentito subito voluto, è stata la scelta giusta, al netto della categoria. Alla fine in Serie B ho giocato solo 15 minuti, la mia carriera nel cosiddetto calcio dei grandi non è ancora sbocciata, non potevano esserci passi indietro: anzi, l'esperienza in Calabria mi è servita per un primo approccio, a Reggio ho imparato tanto. Ora, per altro in una terra che porto nel cuore, voglio giocarmi le mie carte". 

Parlavi di un bell'ambiente che ti ha voluto fortemente, quindi di un impatto positivo con questa nuova realtà: confermi?
"Certo, l'impatto è stato molto positivo. Siamo un gruppo giovane, abbiamo subito legato, e ho trovato perfetta intesa anche con dirigenza e staff. I grandi poi, mi riferisco a Emerson, La Rosa, Pisano, Giandonato, Ragatzu, son sempre pronti a darci una mano, il loro contributo è importante. Onestamente non vedo l'ora di iniziare". 

Un'Olbia più abituata ai fatti che alle parole: ma che obiettivi vi siete prefissati?
"L'anno scorso la squadra ha fatto un record di punti, che ci piacerebbe ripetere, provando poi a fare meglio".

Il campionato non sarà forse dei più semplici: che Serie C credi di trovare?
"Sicuramente il nostro girone sarà molto tosto, oltre a piazze di grande risonanza ci sono anche tre retrocesse dalla Serie B, sarà tutto molto particolare. La prima parte di stagione sarà molto combattuta, la seconda, dopo il mercato di gennaio, sarà probabilmente ancora più ardua: ma facciamo un passo alla volta, pensiamo ora a iniziare".