Balotelli: "Riva, Baggio e Totti i più forti. Ho richieste dall’estero, ma voglio restare in Italia"

Balotelli: "Riva, Baggio e Totti i più forti. Ho richieste dall’estero, ma voglio restare in Italia"TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 22:30News
di Vittorio Arba

Intervenuto al Festival dello Sport di Trento, Mario Balotelli ha svelato diversi retroscena del passato e una speranza per il futuro, vestire per un’ultima volta la maglia della Nazionale. Di seguito le parole dell’attaccante, riportate da La Gazzetta dello Sport: “Mi piacerebbe fare ancora una partita in Nazionale”, così Super Mario, ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, dagli inizi al Lumezzane fino ai giorni nostri: “Ho cominciato a giocare che avevo tre anni, al parco, in strada, a Brescia. Giocavamo sempre con mio fratello Enoch, giocavamo anche troppo, ovunque. Da bambino ero un bambino difficile, però buono. Poi si matura”, ha raccontato.

Sugli esordi: “Al Lumezzane, ma volevo andare all’estero. I miei fratelli mi trovarono un contatto a Barcellona. Sono stato un mese. Il Lumezzane però voleva tanti soldi e così sono andato all’Inter”.
Un passaggio decisivo, favorito da Massimo Moratti: “Gli devo molto, persona fondamentale agli inizi della carriera. Mi ha regalato l’Inter ma mi ha anche responsabilizzato. Mancini? Importantissimo, specie quando mi voleva bene… Io gliene voglio ancora”.

Balotelli ha ricordato anche la notte di Madrid: “Emozioni incancellabili. Vorrei riviverle ogni giorno, è stato un sogno e a Mourinho voglio bene. L’Inter è stata parte della mia crescita, l’Inghilterra però mi ha formato di più”. E sulla famosa reazione contro il Barcellona ha ammesso: “Non ero abituato ai fischi di tutto lo stadio, anche quelli dei miei tifosi e ho reagito così. Ora non lo rifarei”.

L’esperienza al Manchester City lo ha fatto crescere: “Ero da solo, lontano da casa. La prima volta che affrontavo la vita da solo. Così fai cose giuste, altre meno. E così maturi”. E sul celebre gesto: “Era un periodo particolare, la feci prima della partita con il magazziniere. Fu solo uno sfogo simpatico. In Inghilterra la stampa con me ha esagerato”.

Il trasferimento al Milan arrivò a sorpresa: “Dopo il City dovevo andare alla Juve, ero già in viaggio per Torino ma poi Raiola mi mandò al Milan”.

Capitolo Nazionale: “Per me è stato un passaggio fondamentale. Non voglio fare polemica, ma mi sembra che oggi non ci sia più quell’attaccamento che avevamo noi. Io quando andavo in Nazionale ero fiero di giocare per l’Italia, il mio paese. Lo volevo a ogni costo”.
Sulla fine del rapporto con l’azzurro: “Non so bene perché. Veri problemi non ce ne sono stati. Non piacevo al blocco Juve? Non lo so, non posso dirlo. Ho sempre avuto buoni rapporti con tutti”.

E sui grandi del calcio: “Riva, Baggio e Totti gli attaccanti più forti. Ho giocato con pochi giocatori col talento di Cassano. Ibrahimovic? Grande rispetto. Lui si sa che rompe le scatole, ma lo fa se ti vuole bene, altrimenti non ti considera”.

Infine uno sguardo al futuro: “Ho proposte dall’estero, fisicamente sto bene e vorrei restare in Italia. Vediamo, sono in un momento di stallo”.