Franco Selvaggi: "Italia, manca l'orgoglio. Noi dell'82 avremmo ribaltato il campo"

Franco Selvaggi: "Italia, manca l'orgoglio. Noi dell'82 avremmo ribaltato il campo"TUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 21:00News
di Vittorio Arba

Franco Selvaggi, ex attaccante del Cagliari e Campione del Mondo 1982 con l’Italia, è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva per analizzare il momento degli azzurri, reduci dal pesante ko contro la Norvegia e attesa dai playoff mondiali di marzo. Di seguito le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net.

Che idea ti sei fatto di questa Nazionale? Hai paura che anche questa volta la qualificazione ai Mondiali possa diventare molto difficile, sarebbe la terza mancata partecipazione?
"Guarda, io vorrei tornare un attimo a quello che si è detto prima: molti ragazzi nostri non vanno all’estero, mentre i norvegesi vanno a giocare tutti in campionati difficili. È giusto che i Barella, i Dimarco facciano bene sia in campionato che nelle coppe, però il problema è generale: molti giovani nostri non riescono neppure a giocare in Serie A. Questo è un problema reale. E poi dobbiamo dirlo: sono evolute anche le altre nazioni. Una volta battere la Norvegia era come bere un bicchier d’acqua, scusatemi, invece ora non è così."

In che senso parli di evoluzione?
"Io ho fatto anche il responsabile della Nazionale Under 16 e il docente alla Scuola Allenatori: andavamo in paesi che ai miei tempi battevamo facilmente, poi con l’arrivo della tecnologia, dei satelliti, dell’imitazione calcistica, tutto è cambiato. I ragazzi di Norvegia, Danimarca e altri paesi oggi guardano Messi, guardano i migliori, vedono tante partite e questo ha accelerato la loro crescita. Però ora si esagera un po': stiamo facendo brutte figure da troppo tempo e questo non va bene."

Dopo il primo tempo avevi avuto buone sensazioni?
"Sì, ho sperato. Dopo il primo tempo ho pensato: finalmente l’Italia è tornata una squadra competitiva. Poi paradossalmente c’è stata una debacle incredibile. Questo fa pensare, fa preoccupare. Aspetteremo giovedì per capire chi ci toccherà."

La Norvegia ci ha battuto 3-0 all’andata e 4-1 al ritorno. Oltre all’evoluzione altrui, l’Italia sembra essersi fermata, Europei 2021 a parte…
"Certo, infatti sono due Mondiali che non ci qualifichiamo e questo è a rischio. Io comunque sono fiducioso: spero che almeno le qualificazioni le superiamo, altrimenti sarebbe davvero un dramma. Io farei come la Germania: quando uscirono al primo turno, la federazione riunì tutti e si domandò cosa non funzionasse più. Da noi invece non si fa. Bisognerebbe creare tavoli, chiamare grandi allenatori e grandi giocatori, come fecero loro."

Serve un bagno di umiltà e una reazione, come accadde nel vostro Mondiale del 1982 dopo le critiche del girone iniziale? Questa squadra può fare lo stesso?
"A volte nella difficoltà ci esaltiamo, siamo l’Italia. Però qui sembra un elettrocardiogramma piatto, manca spirito, reazione, orgoglio. Nel secondo tempo c’è stata una resa completa, scusatemi. Quella Nazionale dell’82 avrebbe ribaltato il campo: i Cabrini, i Tardelli, i Gentile... invece non c’è stata nessuna reazione."

Un segnale positivo può essere Pio Esposito, giovane attaccante dell’Inter che sta convincendo?
"Sì, lui sta facendo bene e segna anche in Nazionale. Io ho fatto il capodelegazione dell’Under 17, ho avuto giovani come Bellanova, Sebastiano Esposito, Bove, Colombo e molti altri. Ma gli si dà poca fiducia nei club: si preferiscono sempre gli stranieri. Se il calcio è questo, è logico poi pagare un prezzo. Però un prezzo così non me l’aspettavo: dopo il primo tempo pensavo ce la facessimo. La stessa figura l’ha fatta la Norvegia, però poi si sono messi davvero, hanno detto 'adesso vinciamo' e hanno dilagato in maniera incredibile."