Giuseppe Boi: "Altra sconfitta. Il Cagliari è un malato grave"

Giuseppe Boi: "Altra sconfitta. Il Cagliari è un malato grave"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 19:00News
di Giancarlo Cornacchia

Il collega Giuseppe Boi ha commentato tramite il suo profilo social, la sconfitta di eiri sera del Cagliari sul campo della Lazio: "Un’altra sconfitta. Pesante oltre quello che si è visto in campo, ma comunque una sconfitta. La quarta in 6 partite dove sono arrivati 2 punti. Il Cagliari è un malato grave, ma dall’Olimpico emerge una speranza. Perché la squadra vista con Verona e Sassuolo aveva l’elettroencefalogramma piatto, mentre con la Lazio si sono visti segni di vita: il ritorno a un modulo che dà più equilibrio; i migliori giocatori della rosa titolari; sacrificio e voglia di provare a far male. Ho criticato Pisacane nelle precedenti partite, ma poco ho da dire sulla squadra in campo all’Olimpico. E non solo per l’addio - spero definitivo - della difesa a 3, ma per come è stato interpretato il 4/3/1/2. Perché in fase di possesso diventava un 3/2/4/1 capace di creare problemi alla Lazio e in non possesso un 4/4/2 che copre meglio sugli esterni e crea più densità al centro. Lo dicono i dati della Lega calcio: 10 occasioni da gol contro 6 dei biancocelesti; 17 tiri totali contro 8; 5 tiri in porta contro 3.

Frutto dell'aver schierato i giocatori più qualitativi. Tuttavia, per trovare la giocata giusta e la cattiveria sotto porta (ciò che è mancato con la Lazio), così come per non cadere negli stessi errori difensivi (decisivi anche all’Olimpico e frutto più di mancanze collettive che di pecche dei singoli) occorre che questi giochino insieme; imparino a conoscersi in partita e non solo in allenamento; diventino una squadra che non solo mette in campo dei concetti ma un’identità di gioco frutto di automatismi. Perché atteggiamento propositivo e voglia di lottare, che con la Lazio non sono mancati, non bastano. Il ravvedimento tattico di Pisacane, sperando non sia estemporaneo, non è cosa da poco. Soprattutto in un momento in cui alla mancanza di risultati si aggiungono problemi ambientali e di spogliatoio. Ma per allontanare i fantasmi occorre scegliere un modulo e una squadra titolare. Per inserire i Liteta, gli Idrissi, lo stesso Kilicsoy e gli altri giovani c’è tempo. E possono bastare anche scampoli a fine partita che, se disputati in un contesto di squadra collaudato, possono favorire ben di più la loro crescita".