Gravina: "Entro dicembre proporrò la riduzione di promozioni e retrocessioni"
Dal palco dello Sport Industry Talk di RCS, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha affrontato alcuni dei temi più urgenti del calcio italiano, soffermandosi sui rapporti istituzionali e sulle prospettive di riforma. In apertura, il numero uno federale ha sottolineato il nuovo clima di collaborazione con la Lega Serie A: "Dopo una stagione piuttosto difficile nei rapporti con la Lega Serie A, credo che le due istituzioni abbiano trovato un metodo nuovo, più partecipato e più illuminato. Oggi ci confrontiamo, c’è maggiore partecipazione. Una scelta politica determinante è arrivata nel novembre 2024 con la modifica dello statuto che riconosce alla Lega Serie A un principio di autoregolamentazione e autonomia molto più ampio rispetto al passato. Questo ha agevolato il dialogo, insieme a un rapporto di amicizia e stima che mi lega da anni a Ezio Simonelli. Stiamo lavorando per il bene del calcio italiano". Il presidente ha poi ribadito che la riforma del movimento è già stata avviata con il piano strategico approvato nel marzo 2024, pur sottolineando che l’opinione pubblica tende a ridurre la discussione alla sola questione del numero delle squadre professionistiche. Proprio sul tema delle categorie, Gravina ha citato integralmente la sua proposta per ridurre promozioni e retrocessioni, definendo l’attuale ricambio troppo elevato e dannoso:
"In Serie A retrocede il 15-20 per cento, in Serie B il 35 per cento e in Serie C il 20 per cento. È insostenibile. In Serie C, negli ultimi quattro anni, tre retrocesse su quattro sono fallite.
Il sistema va raffreddato: turnover più basso e distribuzione più equilibrata delle risorse. Probabilmente il 10 per cento di turnover in Serie A, il 20 per cento in Serie B e il 20 per cento in Serie C è una soluzione che può unire buon senso e buona volontà. Entro dicembre farò questo tipo di proposta". Gravina ha affrontato anche il tema della congestione del calendario: "Il mercato ha le sue logiche e le competizioni internazionali stanno cannibalizzando i campionati domestici. Le nostre società dipendono sempre più dai ricavi UEFA: serve una riflessione profonda sulla mutualità e sul numero delle squadre". Infine, un passaggio sul VAR e sulle recenti discussioni attorno allo strumento: "Ha ridotto l’errore a una percentuale accettabile, nel campionato scorso attorno all’8-9 per cento. Quest’anno siamo al 23-24 per cento, quindi c’è qualcosa da rivedere. L’auspicio è che si possa usare meglio il VAR, non di più. Credo sia fondamentale per il mondo del calcio".