Mancini: "Ai miei tempi in Nazionale c'erano Baggio, Zola e Giannini. Per un allenatore non era semplice scegliere due attaccanti"

Dopo un lungo periodo di silenzio, Roberto Mancini è tornato a parlare sul palco del Teatro Sociale di Trento, dove è stato tra i protagonisti del Festival dello Sport. Un’occasione per ripercorrere la sua carriera, condividere aneddoti e riflessioni sul calcio di oggi, ma anche per raccontare il suo nuovo percorso lontano dall’Italia. Queste le sue parole raccolte da TuttoMercatoWeb.com.
La tua carriera è stata condizionata negativamente più da Baggio, Zola o Giannini?
"Giannini no, era mio compagno di camera e di tressette. In quegli anni in Nazionale c'erano fior fior di campioni. Per un allenatore non era semplice scegliere due attaccanti su 5".
Ulivieri aveva ragione quando diceva che dovevi lavorare per diventare più una prima punta?
"Poi lo sono diventato. Lo disse quando arrivai dal Bologna alla Samp, avevo 17 anni. Ero troppo giovane al tempo, non era così semplice, ma con il tempo lo sono diventato".