Vittorio Sanna: "Il Cagliari ha un fuoriclasse che si chiama dodicesimo in campo. Bisogna coltivare l’ottimismo"

Vittorio Sanna, attraverso il suo canale YouTube, ha spiegato il significato profondo del “dodicesimo in campo” e su quanto l’ambiente possa incidere sul rendimento di una squadra. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Spesso non ci soffermiamo abbastanza e non gli attribuiamo il giusto valore al termine "dodicesimo in campo". In realtà ha un ruolo fondamentale, perché richiama ciò che nella vita rappresenta l’ambiente: il contesto in cui cresci. Se l’ambiente è positivo, hai mille opportunità in più rispetto a quelle che deriverebbero dalle tue sole capacità. Se invece l’ambiente è negativo, vieni inevitabilmente condizionato. Certo, puoi anche temprarti, ma la selezione diventa molto più spietata. Riflettevo su questo pensando al Cagliari degli ultimi anni, e mi chiedevo quanto abbiano inciso lo scetticismo e l’ottimismo. Mi ritrovo a pensare che, effettivamente, molti allenatori abbiano dovuto lavorare in un clima di totale sfiducia, con la percezione diffusa che le cose non andassero o non potessero andare bene. Quando è arrivato Claudio Ranieri, invece, l’ottimismo era dilagante. Bastava il suo nome per sperare in un cambiamento, per credere davvero che si potesse centrare l’impresa. Da lì bisogna riconsiderare una consapevolezza: Ranieri è stato bravissimo a interpretare questo concetto, a richiamare a sé l’ambiente per ottenere risultati. Ha parlato al cuore della gente, ha richiamato la memoria del passato e ha ricordato più volte che, senza il pubblico, non avrebbe potuto fare nulla.
Ecco, questo aspetto dell’ambiente dobbiamo davvero prenderlo in considerazione. Il Cagliari ha un fuoriclasse che si chiama “dodicesimo in campo”: parte dalla Curva e si estende a tutti gli altri. Ma soprattutto, il Cagliari deve riuscire a coltivare un valore assoluto, che è l’ottimismo: la capacità di pensare in positivo e di trasmettere fiducia a chi ha in mano le sorti della squadra. Lo scetticismo diventa un male da combattere. Tra le tante sfide che un allenatore si trova ad affrontare, non ci sono solo quelle tecniche, tattiche o legate al rapporto con i calciatori. Parliamo spesso, e giustamente, del desiderio di ambire a qualcosa in più. Forse questa ambizione passa anche attraverso la nostra capacità di avere fiducia, di saper attendere i risultati e di non lasciarci guidare dallo scetticismo. Dobbiamo invece trasmettere fiducia a chi sta iniziando un percorso, facendolo sentire accolto da una qualità straordinaria che possediamo: il nostro calore.”