32 mila spettatori, 11 mesi per la realizzazione: Tumatis parla della Karalis Arena

32 mila spettatori, 11 mesi per la realizzazione: Tumatis parla della Karalis ArenaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Christian Seu
lunedì 30 novembre 2009, 11:00Primo piano
di Claudio Piredda

Venerdì durante la trasmissione di RadioxCaso, Fuorigioco, il consigliere comunale di Cagliari Claudio Tumatis ha illustrato il percorso tortuoso che ha portato all'approvazione del progetto del nuovo stadio che sorgerà al posto del Sant'Elia.

Consigliere, lei è stato tra promotori della realizzazione del progetto del nuovo stadio.
"Sì esatto. Quando sono entrato in politica, io avevo un sogno da uomo di sport, da ex allenatore e direttore tecnico della Ferrini Cagliari. Visto che erano dieci anni che si parlava di un nuovo stadio, ho cercato di dare l’input a questo progetto. Ho contattato prima il sindaco Floris e poi ho proposto il tutto a Massimo Cellino che conosco sin da giovane. Inizialmente non era molto d’accordo ma poi ci siamo dati appuntamento dietro un tavolo insieme anche ad altri due assessori, Massimiliano Tavolacci della commissione urbanistica e Alessandro Serra. Avevamo tutti la stessa idea ed abbiamo coinvolto tutti i gruppi politici. Durante l’incontro con Cellino abbiamo trovato un accordo immediato. Noi gli abbiamo chiesto la disponibilità all’interno della struttura di un sito per i “grandi eventi”. A fine luglio del 2008 come maggioranza del consiglio comunale abbiamo approvato un ordine del giorno con mandato al sindaco di prendere accordi con il Cagliari Calcio per la realizzazione di un nuovo stadio, che potesse consentire al pubblico di godere lo spettacolo in maniera adeguata e sicura per le famiglie e che avesse i posti coperti sia nelle tribune che in distinti e nelle curve. Questo è stato pattuito con Cellino che ci ha chiesto la possibilità di avere la concessione per il tempo necessario per pagare il nuovo stadio. Ci sarebbero voluti 30 milioni di cui 10 pagati immediatamente e altri 20 attraverso un credito sportivo a tasso zero e rimborsato in 20 anni. Lui ha chiesto quindi la concessione per 20-25 anni. Il progetto era già pronto, disegnato da Jaime Manca di Villahermosa e da realizzare con un materiale koreano costituito da una lega di acciaio e cemento armato e da realizzare in 10-11 mesi con la possibilità di accogliere 32 mila spettatori, richiesti dal delegato della FIGC dottor Uva per poter avere la possibilità di accogliere qualche squadra di rango qualora si disputassero in Italia gli Europei del 2016. A Cellino verrà dato il diritto di superficie e lui stesso si occuperà di abbattere il vecchio stadio e di eliminare i detriti e lui ha concesso il diritto per i grandi eventi all’interno del nuovo impianto."



Ci può spiegare in cosa consiste l’atto notarile del 1961 che ha per lungo tempo bloccato il progetto del nuovo stadio?
"Come sempre in questi casi si va a pescare un po’ nel torbido, nel senso che si vanno a cercare cose insignificanti. Lo stadio Sant’Elia sorge in una zona di Cagliari che è individuata dal Puc di Cagliari per ospitare lo stadio della prima squadra di Cagliari. Nel 61 quel terreno fu affidato dalla regione al comune per realizzare quello stadio. Ed oggi stiamo rifacendo lo stadio della prima squadra di Cagliari. Il terreno non viene alienato ma viene concesso il diritto di superficie e tra 20-25 anni rientra nelle mani del Comune di Cagliari. "

C’è il rischio che per poter avere i fondi per la realizzazione, quindi i primi 10 milioni, Cellino decida di vendere qualche pezzo pregiato della squadra come Marchetti, Canini o Matri?
"Io conosco bene Cellino e vi assicuro che non è uno sprovveduto e sa perfettamente che se fa un investimento di questo tipo dovrà avere dei ritorni e non li può avere smembrando una squadra ma rinforzandola. Lui ha grande occhio, basti pensare che il giorno del primo incontro con il sindaco per lo stadio fu intervistato da Vittorio Sanna e disse di aver preso un portiere che sarebbe diventato non solo portiere del Cagliari ma avrebbe potuto fare grandi cose e stava parlando di Federico Marchetti. Ricordiamo anche che il Cagliari è una delle poche squadre con un bilancio paritario. Per una questione di crescita poi non mi pare giusto che il secondo portiere della Nazionale non possa avere un palcoscenico importante come quello della Champions League."