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Belotti in conferenza: "A Lecce serata perfetta. Accoglienza a Cagliari emozionante"

Belotti in conferenza: "A Lecce serata perfetta. Accoglienza a Cagliari emozionante"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 15:48Primo piano
di Maria Laura Scifo

Archiviato il successo in Coppa Italia contro il Frosinone, il Cagliari volta subito pagina e comincia a pensare all'Inter. Prima però la copertina è riservata a Belotti che questo pomeriggio alle 15 si presenterà ufficialmente con una conferenza stampa alla Unipol Domus. La redazione di TuttoCagliari.net si trova sul posto ed è pronta a riportarvi tutte le dichiarazioni dell'attaccante: segui la diretta con noi!

La doppietta di Lecce - E' stata una serata perfetta perché vincere e convincere, a prescindere dai due gol, che sono contento di aver fatto grazie anche all'aiuto dei miei compagni. Penso che la cosa più bella sia come abbiamo interpretato la partita. Nonostante lo svantaggio la squadra è rimata concentrata e nell'arco dei 90' si è visto. Poi i due gol sono stati una ciliegina. E' tato un gran bel risultato. Sicuramente l'accoglienza della prima partita, non mi aspettavo che i tifosi mi chiamassero sotto la curva. E' stata una cosa molto emozionante che mi ha toccato dentro e mi ha fatto capire l'importanza di una tifoseria che tiene ad ogni giocatore e sono pronti a dare tutto per noi. Questo è un motivo in più anche per regalare più soddisfazioni. A livello di dirigenza, hanno fatto capire la loro volontà e la loro voglia. Mi hanno dato tante sicurezze e fiducia che a un giocatore non può che far piacere.

Cosa non ha funzionato nelle precedenti piazze? Siamo arrivati a centimetri da ogni cosa. Magari il giudizio può essere anche cambiato: a Roma se vinciamo l'Europa League si può parlare di una stagione completamente diversa. In quell'annata lì non ci fu un attaccante da 20-30 gol, fu un lavoro di tutti. La stessa cosa è successa a Firenze. Poi un attaccante è chiamato a tirare e si guardano i numeri, ma dentro una partita ci possono essere tantissime dinamiche ed episodi. Poi deve essere utile anche a far fare un gol al compagno. Tante volte ci sono stati movimenti di un attaccante che permettono ad un compagno di segnare. Sicuramente in termini numerici non sono state annate felicissime, ma penso che a livello di squadra nel complesso io abbia dato qualcosa a qualsiasi squadra. Altrimenti non si sarebbe arrivati in finali europee. A Como è stata l'unica parentesi un po' diversa, ho creduto nel progetto prima ancora che iniziasse il mercato. Poi magari a distanza di tempo capisci che non ho avuto tantissima continuità. Il mio modo di stare in campo non era idoneo a ciò che cercava l'allenatore. Sono cose che possono succedere nel calcio.

Cosa ti hanno detto i tifosi sotto la curva? E' stato qualcosa di inaspettato come dicevo prima, eravamo lì per salutare i tifosi. Poi è arrivato Deiola e mi ha chiamato. Sono arrivato e mi sono visto tutti questi tifosi che urlavano e cantavano. Per me è stato anche un modo per farmi capire il senso di appartenenza che si deve avere nell'indossare questa maglia. E' stata una cosa che mi ha fatto molto piacere. La chiamata con Pisacane? L'ho chiamato io perché volevo esprimergli la mia volontà nel venire a Cagliari. Ho cercato di dargli tutte le rassicurazioni possibili, normale che all'inizio potesse pensare che non stavo benissimo fisicamente. Ma gli ho fatto capire subito la mia voglia e volontà di venire. Ho continuato ad allenarmi senza fermarmi, tra l'altro ho finito tardi per il mondiale per club. Mi premeva fargli capire che comunque anche fisicamente non ero indietro. A prescindere la cosa più importante era fargli capire la mia volontà.

Mentalità - Penso che per il mio modo di giocare cerco di dare tutto in campo, anche andare oltre tante volte. Come ho detto anche prima, riguardo ai gol, è normale che un attaccante voglia far gol. Ma se c'è un'occasione per far segnare un compagno e far vincere la squadra, vado in quella direzione. Tento di fare tutto perché la mia squadra vinca, per non avere nessun rimpianto. Non l'ho mai accettato. Quando entro in campo cerco di dare tutto me stesso. E' la mia natura. Io sono voluto venire qui perché anche nelle prime due giornate ho visto la squadra, come si muoveva, il modo di giocare e appunto pensavo che mi sarei potuto trovare bene e mi ha dato ancora di più la forza per far capire al mister la mia volontà. Sono qua per essere determinante e fare tanti gol per il bene del Cagliari.

Come ci si cala in una realtà chiamata a lottare per la salvezza? E' una cosa totalmente diversa. C'è stata quella parentesi di Como, che essendo una neopromossa aveva la salvezza come obiettivo. Poi Fiorentina e Roma lottano per posti alti. Ma quando arrivi in una squadra come il Cagliari, ti devi calare nella parte, ma il tuo obiettivo è sempre quello di vincere. Devi fare tutto il possibile per arrivarci. Certo, ci potrebbero essere dei momenti di difficoltà, in cui servirà tenere di più il pallone, essere più furbi. Ma calarsi nella parte è semplice perché ogni giocatore cerca sempre di vincere.

Mazzarri, Ventura, Giampaolo e Nicola: tecnici che hai avuto in carriera e hanno avuto un trascorso a Cagliari - Con questi allenatori mi sono sempre trovato bene, ma in generale non c'è qualcuno con cui mi sono trovato male. Io cerco sempre di trarre qualcosa dagli allenatori, un po' come guardavo gli attaccanti più esperti. Il primo che ho avuto a Torino è stato Ventura e per me è stato un maestro di calcio. E' stata la mia prima esperienza in Serie A e che a livello di sistemazione mi ha trasmesso tanto sotto il profilo del gioco. Con Mazzarri a Torino abbiamo avuto una bellissima esperienza, eravamo arrivati ai preliminari di Europa League. Oltre ad essere un uomo vero, con me è sempre stato diretto, la sua lettura delle partite, quando vedeva la squadra avversaria, gli consentiva di cambiare l'assetto tattico. Penso che questo sia dato dalla sua esperienza a livello internazionale. Nicola invece era un piacere parlare con lui, era una persona vera e diretta che ti arrivava quasi dentro e cercava in tutti i modo di spronarti e motivarti. Tirarti fuori quel qualcosa in più. Si faceva voler bene e ti arriva anche dentro a livello emotivo. Giampaolo, altro maestro di calcio per me. Se posso dare una definizione, per me era maniacale a livello tecnico tattico. Guardava ogni centimetro della posizione. Poi era un allenatore a cui piaceva far giocare bene le squadre, esigente a livello tecnico e tattico.

Pisacane mister giovane - Con il mister c'è stato un effetto strano perchè ci siamo affrontati diverse volte in campo e ce ne siamo date. Sicuramente era un avversario tosto che non si tirava indietro. Mi ha fatto strano, come mi era successo a Roma con De Rossi con cui ero stato compagno di Nazionale. Devo dire che ha una grandissima preparazione tecnico-tattica. Si fa volere bene, cerca di stimolare il gruppo a prescindere da chi giochi o no. Questo è un modo molto intelligente di tenere viva la squadra. La forza di una squadra è quella che subentri un compagno e faccia la differenza quando ci sono difficoltà. E su questo il Mister sta lavorando. Anche io sono rimasto sorpreso per le conoscenze che ha e per la visione della partita. Anche quando hanno giocato a Napoli, avevo visto in campo una squadra molto organizzata e preparata, che sapeva quello che doveva fare in campo. E' un allenatore capace di leggere molto bene le partite e preparare la partita in vari modi. La famiglia? Ho deciso di portarla subito per la volontà di venire a Cagliari.  Anche per fare in modo che potessero ambientarsi il prima possibile e mandare le bambine a scuola. Sicuramente la presenza della mia famiglia è una cosa molto importante, sicuramente le mie figlie mi trasmettono tanta serenità e gioia e mia moglie è una persona che mi sostiene sempre. 

Quanta fiducia senti dalla società? Rigore che ti ha lasciato Mina? Quello che cercavo io era una continuità, non di giocare sempre ma di dimostrare, allenamento dopo allenamento, di poter giocare la partita della settimana. E' una cosa che io ho voluto fortemente quest'anno. Penso che un giocatore si debba sempre meritare di giocare, nulla ti viene regalato. Credo che ognuno di noi debba dimostrarlo giorno per giorno, essere sempre professionisti, di meritarsi un posto. Io cercavo questa continuità di poterlo dimostrare grazie alla fiducia del mister e della società perché è quello che abbiamo trasmesso quando abbiamo parlato. La fiducia penso che sia una cosa molto importante, per dare quel qualcosa in più. Il rigore? Yerry si è avvicinato, mi ha chiesto se volevo batterlo. Sapevo che c'erano un po' di rigoristi. Però Yerry ha preso il pallone e me lo ha chiesto. Gli ho detto di sì e allora me lo ha dato ma ha tenuto lui il pallone e poi me lo ha dato.

Come hai trovato la squadra? Sicuramente ho trovato un gruppo molto unito e coeso, è stato fatto un gran lavoro a livello societario, ma se ti parlo a livello di spogliatoio, quello che mi ha trasmesso Yerry, Deiola o Pavoletti ti aiuta sempre. Quando ti devi calare in una nuova esperienza ci sono sempre dinamiche che sono diverse da spogliatoio a spogliatoio. E' stato utile anche per me per capire come funziona qui. Penso che l'esperienza possa aiutare anche i giovani che ci sono a crescere. La mia esperienza mi può permettere di dire, anche a un mio compagno, di gestire alcune dinamiche di campo. Poi ogni partita ha una storia a sé. Ogni gara è difficile, spesso scardinare le squadre è difficile. Quando poi riesci ad essere in vantaggio devi capire qual è la cosa migliore da fare in quel momento. E magari il mio contributo è utile per far crescere anche questi ragazzi.

Da Cagliari che messaggio mandi a Gattuso? Per me la Nazionale è la nazionale. Rappresentare il proprio paese è una delle cose più emozionanti, ti inorgoglisce ancora di più. Normale che andare in Nazionale per me è una delle soddisfazioni più belle. Il pensiero c'è sempre ma credo per meritarmelo di dover essere determinante con il Cagliari. Se poi dopo arriva la chiamata è tutto guadagnato. Ma l'obiettivo è fare bene per il Cagliari .

Come hai visto i giovani? Ci sono tanti giovani di molta prospettiva. Vedo che hanno dei colpi molto importanti. Normale che all'inizio debbano fare le ossa. Passare dalla B o estero alla Serie A è tutta un'altra storia. Come può essere l'esempio di Gennaro che secondo me ieri ha fatto una bellissima partita. Non solo per il rigore o il gol. Ha aiutato molto la squadra. O Semih che arriva da un campionato totalmente diverso e ha bisogno anche lui del suo tempo, ma si vede che ha qualità importanti. Deve solo avere il tempo di ambientarsi, ma è normale. Devo essere onesto e dire che sono tutti ragazzi che hanno la mentalità di voler migliorare. Mi auguro per loro che continuino così e ci possano dare una grossa mano

L'Inter? Una partita tosta sicuramente. È una delle top squadre in Italia e nel mondo. Sarà una partita difficile ma cercheremo di fare il massimo e prepararla al meglio. Giochiamo sempre in casa e ogni partita ha una storia a sé a prescindere da chi ti trovi di fronte. Cercheremo di fare il nostro meglio per dare una gioia al mondo Cagliari

Cambiano gli obiettivi dopo questo inizio di stagione? E' appena iniziato il campionato, sappiamo qual è l'obiettivo. Vogliamo raggiungerlo il prima possibile ma non iniziamo a fare film mentali, restiamo con i piedi per terra.

Termina la conferenza stampa