ESCLUSIVA TC - ALESSANDRO NISTA: "Il divorzio tra il Cagliari e Nicola nulla toglie al buon lavoro svolto dal tecnico piemontese in Sardegna. Pisacane non lo conosco, ma potrebbe valorizzare alcuni ragazzi rimasti un po' ai margini l'anno scorso"

L’ex portiere – oggi allenatore – Alessandro Nista, interpellato da Tuttocagliari.net, commenta le ultime vicende di casa rossoblù, con la separazione definitiva tra la società sarda e il tecnico Davide Nicola e la possibile promozione sulla panchina della prima squadra del mister della Primavera Fabio Pisacane.
Alessandro, il Cagliari ha deciso di cambiare: via Nicola, dentro (forse) Pisacane. Lei che ne pensa?
“Innanzitutto c’è da dire che io stimo molto Davide Nicola, quindi mi dispiace che non ci sia stato modo di proseguire il suo rapporto col Cagliari. Però si tratta di valutazioni che la società ha tutto il diritto – e forse anche il dovere – di fare. Evidentemente il raggiungimento della salvezza alla penultima giornata non è bastato a garantire la riconferma al mister piemontese. Forse la squadra, in quest’annata, non ha convinto fino in fondo. Quindi le strade si sono divise. Ma questo nulla toglie alla validità del lavoro svolto da Nicola in Sardegna. D’altra parte quest’anno le panchine italiane sono particolarmente ‘mobili’: stiamo assistendo a un gran giro di walzer tra i tecnici della serie A. Quindi, tutto sommato, anche ciò che sta accadendo a Cagliari rientra nella normalità.
In quanto a Pisacane, personalmente lo conosco poco. E il suo curriculum da allenatore è decisamente ‘stringato’. Per cui nessuno meglio della società isolana può avere la chiara percezione delle sue qualità tecnico-tattico-caratteriali. Di lui abbiamo potuto apprezzare la grinta e la diligenza che metteva in campo da calciatore: era un difensore sempre concentrato e sul pezzo. Da mister ha senz’altro ottenuto un grande risultato con la vittoria della Coppa Italia Primavera e, inoltre, ha fatto giocare bene i suoi ragazzi. Ma, detto questo, il salto dalle giovanili al massimo campionato nazionale è notevolissimo. E non può essere preso a cuor leggero. Ma ripeto: se il Cagliari sta vagliando seriamente il suo profilo vuol dire che le potenzialità ci sono.”
Concentriamoci sulla rosa rossoblù. Quest’anno il Cagliari si è salvato, ma non ha migliorato il rendimento offerto nel precedente campionato vissuto con Claudio Ranieri in panchina. In più ha collezionato ben nove sconfitte interne. Insomma, Luperto e compagni hanno palesato delle evidenti lacune. In quali reparti deve essere puntellato l’organico per diventare un po’ più competitivo?
“Sarei sinceramente presuntuoso se mi addentrassi in valutazioni tecniche troppo approfondite. In linea generale mi sembra che quest’anno il Cagliari abbia fatto esattamente ciò che era nelle sue corde. Magari avrebbe potuto salvarsi un po’ più brillantemente e con qualche settimana d’anticipo. Ma non mi pare che avesse le potenzialità per ambire a obiettivi più nobili. In ogni caso io penso che, al di là del buon lavoro che può essere svolto da uno staff tecnico, in un campionato come la serie A la qualità degli interpreti, cioè dei giocatori, resti sempre il fattore predominante. Quindi molto dipenderà dagli investimenti che la società vorrà fare sul mercato per tentare, magari, di alzare l’asticella.
Poi è vero che alcuni calciatori rossoblù di cui ad agosto scorso si diceva un gran bene in questa stagione non hanno trovato grande spazio per emergere. Può darsi che con l’arrivo di un nuovo allenatore, dalle idee e dalle metodologie di lavoro diverse rispetto al suo predecessore, riescano a esprimersi al cento per cento e, perché no, anche ad esplodere.”