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ESCLUSIVA TC - ANTONIO CRINITI: "La fortuna del Cagliari è stata quella di trovare tre-quattro formazioni tecnicamente inferiori. Ma ai rossoblù mancano qualità a centrocampo e incisività in avanti. Il gioco poco brillante? Frutto della paura..."

ESCLUSIVA TC - ANTONIO CRINITI: "La fortuna del Cagliari è stata quella di trovare tre-quattro formazioni tecnicamente inferiori. Ma ai rossoblù mancano qualità a centrocampo e incisività in avanti. Il gioco poco brillante? Frutto della paura..."TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Gilberto Poggi/TuttoLegaPro.com
Oggi alle 16:31Primo piano
di Matteo Bordiga

L’ex attaccante rossoblù Antonio Criniti, intervistato da Tuttocagliari.net, analizza il rendimento della formazione isolana nel campionato che sta per concludersi. E non lesina critiche nei confronti della dirigenza, in particolare per la conduzione delle ultime campagne acquisti.

Antonio, con la vittoria di ieri del Venezia sulla Fiorentina quello di domenica prossima all’Unipol Domus – tra rossoblù e arancioneroverdi – assume i contorni di un vero a proprio spareggio salvezza. Ma come ha fatto il Cagliari, virtualmente salvo già da diverse giornate, ad arrivare a questo punto?

“Al di là del fatto che la rosa, almeno a mio giudizio, non era competitiva fin da inizio stagione, mi aspettavo effettivamente che la salvezza arrivasse con un po’ più di tranquillità. Invece la squadra ha sempre fornito prestazioni altalenanti e discontinue. La grande fortuna del Cagliari è stata quella di aver trovato quattro-cinque formazioni ancora meno attrezzate e meno competitive. Il Monza ha mollato la presa ben presto, mentre le altre se la sono giocata pur essendo, secondo me, quasi tutte tecnicamente inferiori ai rossoblù. Insomma, ci è andata bene. Perché in quanto a qualità e ad espressione di gioco non ci siamo certo disimpegnati brillantemente in questa stagione.

Io tuttavia non getterei la croce addosso a Davide Nicola, perché gli allenatori in fondo non contano tantissimo in serie A. O, meglio, diventano importanti nel momento in cui hanno elementi di qualità da gestire e da plasmare per fargli esprimere il loro gioco. Ma al Cagliari manca proprio la materia prima: parliamoci chiaro, là davanti Luvumbo fa un gol all’anno. Lapadula è stato mandato via a gennaio, Pavoletti segna due-tre reti all’anno anche perché gioca poco. Coman era stato preso come attaccante aggiunto, ma in realtà è più un esterno offensivo che una punta vera e propria. Insomma, forse la dirigenza in sede di mercato ha fatto un po’ di confusione. Oppure l’ala rumena era, banalmente, ciò che in quel momento ci si poteva permettere.

Fortunatamente sono arrivati i tre punti, piuttosto inaspettati, nello scontro diretto del Bentegodi contro il Verona. Se non avessimo vinto quella partita ora la situazione sarebbe complicatissima. Basti pensare che la salvezza, in questo momento, è tornata improvvisamente in discussione…”

Focus sul gioco espresso dal Cagliari nell’arco del campionato: quasi mai si è vista una manovra fluida e ragionata. Al contrario, spesso i rossoblù si sono affidati ai lanci lunghi per l’unica punta Piccoli – lasciato solo a combattere in mezzo a due o a tre difensori avversari – dando un’idea di improvvisazione e di disorganizzazione generale che ha fatto storcere il naso a molti tifosi. Tutto questo dovrebbe essere responsabilità – anche – dell’allenatore, che peraltro nel corso della stagione in più di una circostanza ha lasciato in panchina gli elementi maggiormente dotati sotto l’aspetto tecnico. Lei che ne pensa?

“Lei ha nominato Piccoli. Ecco, meno male che c’era lui! I suoi nove gol sono pesanti e preziosi. Se avessimo tolto Piccoli dalla rosa rossoblù probabilmente ora, al pari del Monza, ci troveremmo già in serie B. Venendo alla questione del gioco prevedibile e poco brillante, il problema è che quando tu stai lottando per salvarti e non riesci a vincere poi subentrano l’ansia e la paura. E la cosa più facile da fare diventa saltare il centrocampo e lanciare lungo per gli attaccanti: la soluzione meno rischiosa in assoluto. Cerchi di evitare il palleggio e scegli la via più facile. In questo Cagliari, d’altra parte, manca un Matteoli che sappia dirigere le operazioni in mezzo al campo. Un metronomo capace di dare i tempi giusti alla squadra. Matteoli, per conto mio, è stato assieme a Pirlo il regista più forte degli ultimi decenni in Italia. Oggi mancano, nel Cagliari, giocatori di quello spessore tecnico e di quella personalità. E a mio giudizio la società avrebbe dovuto fare un piccolo sforzo nel corso dell’ultimo calciomercato. Senza contare che dar via Lapadula è stato un evidente errore: nella seconda parte del campionato avrebbe potuto affiancare e assistere Roberto Piccoli in fase di finalizzazione.”