ESCLUSIVA TC - ANTONIO LANGELLA: "Il Cagliari rispetto all'anno scorso è cambiato tantissimo. Ha acquistato giocatori già rodati in serie A e, al contempo, ha puntato su qualche giovane scommessa. Esposito? Se arrivasse sarebbe un colpaccio"

Anche “Rombo di Sorso” Antonio Langella, intervistato da Tuttocagliari.net, dice la sua sulla campagna acquisti condotta dal Cagliari e sulle prospettive in serie A della rinnovatissima rosa agli ordini di mister Fabio Pisacane.
Antonio, sono partiti diversi giocatori e altrettanti sono sbarcati alla corte di Pisacane. Lei come vede il Cagliari che verrà?
“Il Cagliari è cambiato tanto rispetto all’anno scorso. Sono arrivati diversi ottimi giocatori, peraltro già esperti e collaudati in serie A. Assieme a loro sono sbarcati in Sardegna anche alcuni giovani promettenti, che rappresentano delle vere e proprie scommesse. Di certo se dovesse arrivare Esposito dall’Inter, nonostante la frenata che la trattativa ha fatto registrare nelle ultime ore, sarebbe un gran bell’acquisto per una compagine come quella sarda. Nel complesso mi sento di promuovere appieno la campagna acquisti che sta facendo la società.”
Secondo lei Sebastiano Esposito, se alla fine dovesse arrivare a Cagliari, verrebbe impiegato come alternativa a Roberto Piccoli o assieme al bomber bergamasco, in qualità di seconda punta?
“Li trovo due attaccanti piuttosto simili tra di loro. Premetto che a me Piccoli piace tantissimo: segna, sa giocare la palla e dà profondità alla squadra. Esposito fa più o meno gli stessi movimenti che fa Piccoli, ma sarebbe un gran colpo per il Cagliari. Poi ovviamente sarà Pisacane, nel caso, a trovargli la giusta collocazione tattica.”
Il pacchetto offensivo e il centrocampo erano realmente i due reparti da rafforzare prioritariamente o, a suo parere, anche la difesa necessiterebbe di qualche nuovo innesto?
“In effetti sono convinto che serva almeno un altro difensore: un centrale che possa far rifiatare Mina o Luperto. Penso a un profilo di esperienza e di sicuro affidamento, già rodato in serie A. Quando ricostruisci la squadra devi partire sempre dalla retroguardia.”
Focus su Fabio Pisacane. Lei come interpreta la scelta di Giulini di promuoverlo dalla Primavera alla prima squadra? Cosa può significare un’investitura così “forte” e - al contempo - coraggiosa?
“Queste scommesse non sai mai che esito possano avere. Ma è pure vero che se Pisacane ha ottenuto grandi risultati alla guida della Primavera vuol dire che è un tecnico bravo e preparato; certo, passare dal settore giovanile alla prima squadra è un bel salto nel buio. Non solo per Pisacane, ma anche per lo stesso presidente Giulini. D’altronde il mister napoletano, avendo vestito a lungo la maglia coi quattro mori da calciatore, sa perfettamente che si è assunto una grande responsabilità: quella di guidare una formazione che rappresenta un’Isola intera in Italia e nel mondo. Ma io penso che nelle sue vene scorra purissimo sangue rossoblù: si vedeva già quando calzava le scarpette chiodate. E il fatto che un allenatore sia così legato alla realità in cui si trova a lavorare è un fattore che, alla lunga, può risultare determinante in positivo.”