ESCLUSIVA TC - ANTONIO LANGELLA: "Promozione meritata: Ranieri è stato il vero artefice. La salvezza sarà già un grande traguardo: la serie A è difficile e ogni nuova stagione fa storia a sé"

Nato a Napoli, ma sardo nel sangue. Da bambino si è trasferito con la sua famiglia a Sorso, dove ha iniziato a tirare i primi calci al pallone. Poi l’esperienza al Castelsardo, il salto di qualità alla Torres e infine l’approdo a Cagliari, nel 2002, dove si è guadagnato l’impegnativo appellativo di “Rombo di Sorso” grazie alla sua progressione devastante e al suo sinistro alla dinamite.
Antonio Langella, nella sua lunga militanza in rossoblù (dal 2002 al 2007), ha vissuto almeno due annate da incorniciare: la stagione della promozione (campionato 2003-2004), in cui al fianco di Zola, Esposito e Suazo ha costituito una batteria offensiva a dir poco atomica per la cadetteria - dalla velocità bruciante e dalla tecnica sopraffina - e quella successiva in serie A, nel corso della quale si è conquistato la convocazione in Nazionale da parte del CT Marcello Lippi.
Memorabili le sue fughe incontenibili a campo aperto, con le quali spaccava le difese avversarie e rendeva micidiale qualsiasi contropiede. Peraltro affiancato da altri due “proiettili” come Suazo ed Esposito che, imbeccati in profondità da Zola, facevano a fette anche le munitissime retroguardie degli squadroni italiani dell’epoca.
Langella segue sempre il Cagliari con passione, e ritiene la promozione ottenuta al termine dei playoff “pienamente meritata”.
Antonio, che impressione le hanno fatto le gare contro Parma e Bari? Questa tribolatissima promozione, alla luce delle prestazioni dei rossoblù, può definirsi legittima?
“Credo che il Cagliari abbia giocato molto bene contro il Parma, soprattutto fuori casa - nonostante la grande rimonta sia avvenuta all’Unipol Domus - e altrettanto bene contro il Bari al San Nicola. Nella gara di andata della finale in Sardegna il pareggio per 1-1 probabilmente stava stretto ai biancorossi, ma poi la prestazione della formazione di Ranieri in terra pugliese ha diradato qualsiasi dubbio e ha legittimato la promozione, meritata e pienamente guadagnata sul campo.
Forse a Cagliari i rossoblù contro il Bari erano un po’ tesi e contratti, mentre al ritorno si sono decisamente sciolti. Ma ci sta: quando devi giocare solo per vincere e hai un unico risultato a disposizione sei mentalmente più tranquillo, e non pensi ad altro che a portare a casa l’intera posta. Va ricordato, ad onor del vero, che il Bari a pochi minuti dalla fine ha preso un palo clamoroso, che avrebbe cambiato completamente i nostri discorsi e le nostre valutazioni. Ma nel calcio un piccolo aiuto da parte della buona sorte talvolta è fondamentale.”
Che osservazioni si possono fare sul mercato che sta conducendo il Cagliari? Stanno arrivando giovani promesse “mixate” a calciatori d’esperienza già collaudati in serie A. Cosa possiamo aspettarci dalla stagione che tra meno di un mese prenderà il via?
“La dirigenza sa benissimo, scottata dall’esperienza di due anni fa con la retrocessione, quali sono gli errori da non ripetere nel presentarsi ai nastri di partenza del campionato di serie A. Mi pare che la società stia facendo un ottimo mercato, inserendo in rosa giocatori di qualità provenienti anche da squadre importanti. In ogni caso, il primo obiettivo dovrà essere sicuramente la salvezza: non retrocedere è troppo importante per il Cagliari. Lo stesso discorso vale per le altre due neopromosse. Poi magari col tempo, acquisendo concretezza e dimestichezza con la categoria, sarà possibile pensare a qualcosa di un po’ più ambizioso. Anche perché credo che la gente di Cagliari e, più in generale, la Sardegna lo meriti.”
Quando parla di “errori da non ripetere” da parte della società a cosa si riferisce in particolare?
“Beh, io penso che parta tutto dall’allenatore. E aver riconfermato l’allenatore più adatto a gestire il ritorno in serie A, cioè ovviamente Ranieri, equivale ad aver compiuto già il 50% dell’opera. Mister Ranieri è un tecnico di carattere, di polso, una guida sicura per la squadra in grado di indicare la strada. Del resto, non me ne voglia nessuno ma l’ultimo campionato è stato vinto da lui, che ha cambiato radicalmente il volto e le prospettive del Cagliari. Poi naturalmente ci sono i giocatori, che dovranno fare la loro parte. Dalla combinazione - si spera virtuosa - tra l’apporto dell’allenatore e le prestazioni in campo dei calciatori verrà fuori il campionato che disputerà il Cagliari: una serie A che, fin da adesso, si preannuncia molto difficile e impegnativa.
Voglio infatti ricordare che, nonostante l’indubbio valore aggiunto rappresentato dal tecnico, ogni stagione è un capitolo nuovo, e presenta nuove variabili e incognite. Magari qualcuno crede che Ranieri, alla luce del piccolo miracolo compiuto l’anno scorso, abbia la bacchetta magica e possa tranquillamente traghettare il Cagliari nella parte sinistra della classifica. Ma, come è successo tante volte anche a me, un nuovo campionato può metterti davanti a delle difficoltà inattese, e tu poi ti ritrovi a dover scrivere una storia completamente diversa da quella che avevi immaginato. Quello che hai fatto prima si azzera, non conta più nulla: devi essere bravo a resettare e a ripartire.
Proprio per questo motivo dico di concentrarsi innanzitutto sulla permanenza in serie A. Lo sa Giulini, lo sa la squadra e lo sanno i tifosi: salvaguardare la categoria deve essere il primo pensiero, perché già quello è un traguardo di fondamentale importanza.”
Dal punto di vista tecnico cosa ne pensa dell’ingaggio di Jankto, ex Udinese e Sampdoria? E poi, parlando di attaccanti, come seconda punta darebbe una chance a Luvumbo o punterebbe su un giocatore più esperto, veloce e abile in contropiede, che sembrerebbe il profilo inseguito in questi giorni dalla società dopo l’acquisto di Shomurodov?
“Jankto l’ho seguito negli ultimi anni: è senz’altro un buon centrocampista. Luvumbo per conto mio ha dimostrato di poter giocare nel Cagliari e di avere ottime potenzialità. Certamente la serie A è molto diversa dalla cadetteria. Dipenderà anche dalla posizione in campo che gli assegnerà mister Ranieri: l’anno scorso a volte ha giocato esterno, a volte più accentrato. L’inquadramento tattico per un profilo come quello di Luvumbo sarà importante, così come sarà importante il suo ambientamento e adattamento alla serie A. Per me è una valida seconda punta; in ogni caso, il Cagliari ha sicuramente bisogno di attaccanti che abbiano nei piedi quei gol indispensabili a trascinare la squadra verso la salvezza nel più breve tempo possibile.”