Esclusive TC

ESCLUSIVA TC - ATTILIO TESSER: "I numeri del Cagliari dicono che quest'anno qualcosa non ha funzionato, ma nessun tecnico vuole 'giocare male': se Nicola ha agito così l'ha fatto per far arrivare il prima possibile i sardi alla salvezza"

ESCLUSIVA TC - ATTILIO TESSER: "I numeri del Cagliari dicono che quest'anno qualcosa non ha funzionato, ma nessun tecnico vuole 'giocare male': se Nicola ha agito così l'ha fatto per far arrivare il prima possibile i sardi alla salvezza"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 18:06Primo piano
di Matteo Bordiga

Attilio Tesser a Cagliari è stato come il bagliore di una cometa che transita nel cielo e poi si nega subito alla vista. Nella stagione 2005-’06 fece a tempo a disputare una sola partita di campionato – persa per 2-1 – in casa del Siena. Le ragioni del suo esonero-lampo da parte dell’allora presidente Massimo Cellino restano, a vent’anni di distanza, più enigmatiche e misteriose dei buchi neri nello spazio.

Oggi, mentre si rilassa in vacanza – tra l’altro proprio in Sardegna – Tesser, interpellato da Tuttocagliari.net, azzarda un bilancio sulla stagione vissuta dall’undici allenato da Davide Nicola e, al contempo, commenta l’avvicendamento sulla panchina rossoblù tra il tecnico piemontese e l’emergente Fabio Pisacane, ex mister della Primavera.

Attilio, le statistiche fatte registrare dal Cagliari nello scorso campionato non sono state certo esaltanti. Oltre all’elevato numero di sconfitte (ben venti), la squadra isolana si è contraddistinta per le tante reti subite e le (relativamente) poche segnate. A suo giudizio dal punto di vista tecnico Luperto e compagni valevano davvero una salvezza risicata giunta solo alla penultima giornata o, forse, avrebbero potuto e dovuto ottenere qualcosa di più?

“Parto dal presupposto che quest’anno ho seguito il Cagliari in tivù solo in alcune occasioni, dunque il mio giudizio non può essere del tutto esaustivo. Da allenatore personalmente credo che l’obiettivo principale fosse quello di condurre la barca in porto e di mantenere la categoria. E credo anche che nessun tecnico voglia, per principio, ‘giocare male’: ognuno si adatta alle qualità della squadra per trarne il maggior profitto possibile. Senza avere necessariamente la volontà – o la pretesa – di essere un esteta del calcio. Per cui se Nicola ha impostato delle partite, diciamo così, non troppo propositive l’ha sicuramente fatto perché ha ritenuto che quello fosse l’approccio migliore per centrare, a fine stagione, la salvezza.”

La società sarda per la successione di Nicola ha puntato su Pisacane, ex coach della Primavera che coi ragazzi del settore giovanile ha messo in mostra un ottimo calcio, conquistando tra l’altro la Coppa Italia di categoria. Lei condivide questa scelta, che sa tanto di scommessa?

“Innanzitutto faccio a Pisacane i complimenti per l’egregio lavoro svolto con la Primavera. La società in questi anni l’ha osservato da vicino ed evidentemente ha apprezzato le sue qualità, ritenendolo pronto per compiere il grande salto. Detto questo, io ripeto sempre che la gavetta non fa affatto male. Anzi. E il fatto che qualche allenatore riesca ad emergere prima di altri non significa che questi ‘altri’ siano necessariamente meno bravi. Ad ogni modo, credo molto nella lungimiranza delle scelte societarie: se Pisacane ha goduto della fiducia dei dirigenti rossoblù vuol dire che l’ha pienamente meritata.”

Concentriamoci sulle qualità tecniche dell’organico attuale del Cagliari. Alla luce dei dati che esponevamo poc’anzi secondo lei la formazione isolana ha maggiore necessità di rinforzi in fase offensiva o dalla cintola in giù?

“Premetto che secondo me la chiave dei successi di ogni squadra è l’equilibrio tra la fase difensiva e quella offensiva. In effetti i numeri della passata stagione ci suggeriscono che la rosa cagliaritana un po’ va rinforzata. Se segni pochi gol e in più non hai neanche una difesa granitica significa che qualcosa non sta funzionando e che l’equilibrio di squadra, per l’appunto, non è dei migliori. Credo che la società prenderà qualche giovane, forte della sua freschezza mentale ed atletica, e anche qualche elemento d’esperienza e di categoria. Io, per quello che ho visto quando mi è capitato di seguire il Cagliari, sono convinto che il team sardo abbia dei discreti valori tecnici, soprattutto dalla metà campo in su. E Pisacane, che in quanto tecnico della Primavera avrà osservato con estrema attenzione anche la prima squadra, saprà dare delle indicazioni ben precise per quel che riguarda le mosse da attuare sul mercato.”

Roberto Piccoli l’anno scorso si è disimpegnato bene da unico riferimento offensivo. Ma, per l’appunto, si è ritrovato spesso da solo a fare la guerra contro i difensori avversari, con l’assistenza al massimo di un trequartista o di un esterno ma mai di una seconda punta. A suo giudizio un centravanti si muove meglio se viene affiancato da un altro attaccante oppure è la fase offensiva di tutto il collettivo, a prescindere dalla presenza di una seconda punta, che può metterlo nelle condizioni di incidere con maggiore efficacia?

“È sempre una questione di gioco di squadra. È la fase offensiva del collettivo a fare la differenza: gli inserimenti degli interni e degli esterni di centrocampo, ad esempio, possono aiutare il centravanti a riempire l’area di rigore. Non so con che modulo si presenterà Pisacane: se opterà per le due punte Piccoli trarrà senz’altro giovamento dall’interazione con una seconda punta pura. Se invece dovesse virare sul 4-3-3 il bomber bergamasco si troverà nuovamente lì davanti da solo, seppure col supporto delle due ali, a ricoprire quel ruolo che l’anno scorso, del resto, ha dimostrato di saper interpretare bene.”