Esclusiva TC - Dal mondiale mancato alla B nel '76: Tomasini si racconta

Esclusiva TC - Dal mondiale mancato alla B nel '76: Tomasini si racconta
lunedì 19 ottobre 2009, 14:54Primo piano
di Redazione TuttoCagliari.net
fonte Intervista realizzata da Nicola Adamu

Il meeting del Centro di Coordinamento dei Cagliari Club tenuto nello scorso weekend ad Aritzo è stato, oltre che una splendida occasione di fraternizzazione tra le associazioni di tifosi sparse nell'Isola e non solo, una valida opportunità per confrontarsi con un calcio che oggi non c'è più grazie alla presenza di alcuni dei Campioni d'Italia del 1970 stabilitisi sull'Isola fin dopo il termine dell'attività agonistica. Tra i presenti anche il libero di quel Cagliari, Giuseppe Tomasini, che con estrema disponibilità ha risposto ad alcune domande sulla sua carriera e, contestualmente, su quello che è stato il miglior Cagliari di sempre.

Signor Tomasini, qual è il compagno che ricorda con maggior piacere, per quanto riguarda il Cagliari in cui ha giocato lei?
Eravamo già allora un gran gruppo, e ancora oggi mi sento praticamente con tutti. Se però devo fare un nome dico Nené: una persona buona che non mancava di interessarsi se qualcuno di noi aveva un problema.

Prima di approdare al Cagliari, lei giocava nel Brescia. Non tutti sanno che ha avuto un'esperienza in B con la Reggina: quanto è stata utile la tappa di Reggio Calabria per lo sviluppo della sua carriera?
L'annata di Reggio Calabria è stata estremamente importante per me: ha contribuito a formare il mio carattere e a darmi la forza di approdare in una grande squadra come sarebbe poi avvenuto.

Qual è stata la delusione più grande della sua carriera?
Il non aver giocato il Mondiale in Messico. Avevo ricevuto rassicurazioni anche da Valcareggi, io e Niccolai saremmo stati tra i convocati. Poi mi infortunai e non se ne fece più nulla.

Al termine di quel campionato e di quel Mondiale, Cera si consacrò come uno dei migliori liberi al mondo. Ha mai sofferto il dualismo con lui?
No, perché Scopigno ad ogni modo preferiva me come libero e faceva giocare lui mediano. Con Cera non ci sono mai stati problemi, nei ritiri eravamo addirittura compagni di stanza.



Nel 1976 quella squadra finì in B dopo la gloriosa epopea che portò allo scudetto. Come visse questa retrocessione?
Non fu un trauma, perché sapevamo che presto o tardi la squadra sarebbe ritornata a certi livelli. Io personalmente poi avevo ricevuto offerte importanti, in particolare dal Verona, che però non ho preso in considerazione: sapevo già che Cagliari sarebbe stata la mia casa anche dopo aver terminato la carriera.

C'è un giovane del vivaio di quei tempi che non è mai riuscito ad esprimersi?
I giovani bravi c'erano, ad esempio Hellies era uno di questi. Tuttavia i titolari erano troppo forti per poter permettere a questi ragazzi di emergere in prima squadra.

Chi è stato l'attaccante più difficile da affrontare?
Anastasi, veloce e imprevedibile.

E chi il miglior centrocampista con cui ha giocato?
Piero Cera. Per giocare a pallone ci vuole intelligenza calcistica e lui ne aveva da vendere.