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ESCLUSIVA TC - LULÙ OLIVEIRA: "Cagliari, l'anno scorso sono mancate continuità, qualità e, spesso, anche la forza mentale necessaria per imporsi. Abbiamo commesso troppi errori. Nicola ci sa fare: dovrà veicolare un calcio diretto e verticale"

ESCLUSIVA TC - LULÙ OLIVEIRA: "Cagliari, l'anno scorso sono mancate continuità, qualità e, spesso, anche la forza mentale necessaria per imporsi. Abbiamo commesso troppi errori. Nicola ci sa fare: dovrà veicolare un calcio diretto e verticale"TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 10 luglio 2024, 15:03Primo piano
di Matteo Bordiga

Lulù Oliveira, oltre che per le sue straordinarie doti di calciatore -  il suo “futbol bailado” ha incantato i tifosi rossoblù nel cuore degli anni Novanta, regalando anche l’illusione di poter sollevare nientedimeno che la Coppa Uefa - è noto anche per la sua genuina schiettezza: quando ha qualcosa da dire, non si morde certo la lingua.

La sua analisi dello scorso campionato del Cagliari è, come sempre, sincera e spassionata.

Lulù, a quasi due mesi dalla fine della stagione che considerazioni si possono fare sul rendimento del Cagliari di Claudio Ranieri? Che annata è stata, in definitiva, quella del ritorno in serie A?

“Direi che è stata una stagione sudata e sofferta. A un certo punto abbiamo avuto veramente paura di retrocedere. Soprattutto quando Ranieri è stato a un passo dal rassegnare le dimissioni: se dopo la sconfitta con la Lazio il mister se ne fosse andato, temo proprio che non saremmo riusciti a fare quello che poi abbiamo fatto.

Credo che ci fossero i presupposti per ottenere risultati un po’ migliori. Pensiamo alla partita con l’Inter a San Siro, che è stata giocata meravigliosamente bene, con qualità, forza mentale e coraggio. Se avessimo giocato in quella maniera non dico sempre, ma almeno un po’ più spesso… beh, non avremmo dovuto aspettare la penultima giornata per salvarci. Sarebbero servite più grinta e più concentrazione nell’arco del campionato. Inoltre penso sia mancato un giocatore di esperienza che potesse fungere da leader e da punto di riferimento per tutti i compagni, soprattutto nei momenti più critici. Mi riferisco anche alla fase difensiva: abbiamo commesso tantissimi errori grossolani in varie partite, che ci sono costati cari. Secondo me una squadra come il Cagliari, specie sui calci da fermo, dovrebbe marcare sempre a uomo: a zona si rischia troppo e si perdono i riferimenti.

E poi la mentalità, lo spirito: quando prendi gol nelle battute iniziali del match devi avere la solidità e la forza mentale - unite alla coesione del gruppo - per superare le difficoltà e rientrare in partita. La cosa più importante per i tifosi, quando anche sei sotto di una o due reti, è vedere che hai voglia di lottare, di correre, di recuperare il risultato. Poi puoi anche perdere, ma senza mai lasciare niente di intentato. Invece diverse volte quando il Cagliari l’anno scorso è andato in svantaggio sembrava che fosse piovuto un meteorite in testa a tutti i giocatori rossoblù: erano abbattuti, demoralizzati. Faticavano a reagire. Ecco, proprio in quelle situazioni è fondamentale avere un leader carismatico che sappia trascinare la squadra e spazzare via i cattivi pensieri. Uno che suoni la carica in campo e si prenda i compagni sulle spalle. Tutto questo al Cagliari molte volte è mancato.”

Come vede, invece, il futuro dei rossoblù? Nicola è appena arrivato assieme ai primi rinforzi: da Luperto a Felici. A breve dovrebbero essere ufficializzati anche Piccoli e Zortea. Cosa si aspetta dalla stagione che verrà?

“Di primo acchito dico che è arrivato un ottimo allenatore, abituato a lottare per conservare la categoria. È abile a subentrare in corso d’opera, cambiando radicalmente le squadre di cui prende il comando. Non so quale sia la sua ‘magia’, ma è davvero molto bravo a motivare i giocatori e a trasmettere loro il suo spirito combattivo. Lui cercherà di rinnovare il Cagliari, di dargli qualcosa di più. Dovrà naturalmente essere aiutato dalla società, che mi auguro assecondi le sue esigenze e le sue richieste in sede di mercato.”

Al nuovo tecnico si chiede anche un gioco più organizzato e brillante rispetto a quello messo in mostra la scorsa stagione. Spesso, soprattutto nel girone d’andata, il Cagliari ha espresso un calcio un po’ approssimativo a arraffazzonato, fatto quasi solo di lanci lunghi e di attacco delle seconde palle. I tifosi vorrebbero assistere a partite più piacevoli anche dal punto di vista estetico.

“Dipenderà tutto dal modulo che sceglierà di adottare Nicola. A me personalmente non piacciono i passaggi continui in orizzontale e il fraseggio esasperato. La squadra, in generale, deve essere brava a giocare subito in avanti. Il concetto è uscire il più rapidamente possibile dalla zona pericolosa e arrivare velocemente in zona gol. Se cominci a far girare la palla con un’interminabile rete di passaggi che non ti consentono di guadagnare metri dai modo e tempo agli avversari di risistemarsi e di schermare i tuoi attacchi. Al contrario occorre cercare subito verticalmente la punta, che poi premia l’inserimento del centrocampista o scarica sugli esterni alti. Questo è un tipo di calcio molto più congeniale a una compagine come quella rossoblù. E poi è indispensabile sfruttare il campo in ampiezza, allargando il gioco sugli esterni alti - nel football moderno schierati quasi sempre a piede invertito - per favorire l’uno contro uno. Bisogna rischiare, prendere iniziative: in quella zona del campo, del resto, non rischi di prendere gol, perché sei molto lontano dalla tua porta.”