ESCLUSIVA TC - LULÙ OLIVEIRA: "Il Cagliari quest'anno ha lasciato a desiderare. Avrebbe potuto e dovuto lanciare alcuni talenti in erba del vivaio. Ora Pisacane potrebbe finalmente puntare sui giovani. Il club gli ha dato una grande chance"

Da Lulù Oliveira, storico ex attaccante del Cagliari scintillante ed “europeo” degli anni Novanta, giunge un appello spassionato e accorato. Il belga-brasiliano, intervistato da Tuttocagliari.net, invita la società rossoblù a puntare finalmente sui giovani talenti del vivaio. “Perché a un calciatore va data la possibilità di crescere e di maturare - anche commettendo degli errori - per diventare un campione”.
Lulù, lei che idea si è fatto del Cagliari allenato da Davide Nicola? La salvezza è arrivata, ma raramente la squadra ha convinto tifosi e addetti ai lavori.
“Il Cagliari ha lasciato a desiderare. Certo, si è salvato, il che era la cosa più importante. Ma non ha fatto davvero niente di spettacolare durante la stagione. Avrebbe potuto raggiungere l’obiettivo qualche settimana prima e, soprattutto, avrebbe potuto lanciare qualche giovane della Primavera. Ci sono diversi ragazzi bravi nel vivaio rossoblù: l’allenatore avrebbe potuto aggregarli alla prima squadra e fargli fare esperienza tra i professionisti. Ma in questi casi una volta il mister, una volta i giornalisti e una volta i tifosi dicono: ‘Quello è troppo giovane, non va rischiato’. E invece i ragazzi vanno buttati nella mischia, altrimenti non diventeranno mai dei calciatori veri e pronti per grandi palcoscenici.
Quando giocavo io tanti talenti in erba si allenavano con noi. Qualche volta sbagliavano, e allora tu andavi da loro a incoraggiarli: ‘Non preoccuparti, la prossima volta andrà meglio’. Devi fargli sentire la tua fiducia.”
Infatti nel resto d’Europa - e non solo - i calciatori debuttano a 17-18 anni, iniziando ben presto il loro processo di maturazione.
“Assolutamente. Ed è quello che fa la differenza. Bisogna dare ai giovani l’opportunità di scendere in campo già dalle partite amichevoli che si disputano nel corso del precampionato. La soluzione non può sempre essere quella di mandarli a farsi le ossa in serie C o in serie B. Se uno sa giocare a calcio deve avere la possibilità di impressionare l’allenatore, di lottare per ritagliarsi un posto nell’undici titolare. E deve essere in primis la società, attraverso il lavoro dei dirigenti e del direttore sportivo, a veicolare questa filosofia.”
L’ormai quasi certa promozione di Fabio Pisacane da mister della Primavera a tecnico della prima squadra potrebbe andare proprio in questa direzione.
“Il pensiero della società è stato quello di prendere un tecnico che aveva fatto molto bene alla guida del settore giovanile. E questa sarà una grande possibilità per Pisacane. Anche perché a volte capita che tu ingaggi grandi allenatori dai nomi altisonanti - penso a quello che accadde a noi nel 1995 con Giovanni Trapattoni - e poi magari le cose non vanno come ti aspetti. In quella circostanza il Trap se ne andò a metà stagione e arrivò Bruno Giorgi a rimettere le cose a posto.
Di certo il club sardo deve essere sicuro e convinto della scelta che sta facendo, perché sta caricando sulle spalle di Pisacane una grande responsabilità. Non so se lui meriti o non meriti questa chance, perché onestamente non conosco la sua filosofia di gioco. Però la scommessa ci può stare. Non so neppure se i tifosi siano contenti: magari sognavano un grande allenatore affermato. Ma quello che ci vuole innanzitutto sono i giocatori funzionali alla costruzione di un progetto duraturo, che possa dare alla piazza cagliaritana delle vere soddisfazioni nel lungo periodo.”