ESCLUSIVA TC - TANCREDI PALMERI: "Eccessive le critiche nei confronti del Cagliari di Davide Nicola. La squadra rossoblù, di fatto, chiuderà il campionato in testa al gruppo delle formazioni pericolanti: è proprio questa la sua esatta dimensione"

Il giornalista Tancredi Palmeri, intervistato da Tuttocagliari.net, sottolinea che il Cagliari, alla fine, ha serenamente raggiunto il suo obiettivo e che “per questo motivo merita quantomeno un 6 in pagella. Trovo eccessive le critiche di chi si lamenta per il gioco espresso – certamente mai spettacolare, intendiamoci – alla luce di quelle che sono le potenzialità tecniche dell’organico e le risorse economiche della società”.
Tancredi, per il Cagliari stagione da promuovere o da bocciare? È vero che è arrivata la salvezza, ma le sconfitte sono state tante – troppe, soprattutto in casa – e dal punto di vista del gioco la squadra non ha mai convinto.
“Io dico che voi a Cagliari siete un po’ troppo critici. I rossoblù per questo campionato meritano sicuramente un 6 in pagella. Se dovessero riuscire a conservare la quattordicesima posizione alla chiusura dei giochi il voto salirebbe fino a 7: alla fine il Cagliari è la prima delle ultime, ossia di tutte le pericolanti che si giocano la salvezza. Non ha mai avuto particolari patemi d’animo e non ha rischiato o sofferto più di tanto, salvandosi con una giornata d’anticipo. A ben vedere, il quattordicesimo posto è esattamente la sua dimensione.
Certamente i sardi hanno un gioco che non ruba l’occhio e che non lascia spazio al gusto estetico, però è anche molto efficace. Poi se uno non condivide la filosofia di Davide Nicola, beh quello è un altro discorso. E anche la questione delle tante sconfitte subite in casa, a mio parere, lascia un po’ il tempo che trova. Esaminando ogni singola gara emerge che i rossoblù, all’Unipol Domus, hanno chiaramente sbagliato solo le sfide contro l’Empoli e l’Udinese. Per contro hanno ottenuto dei risultati importanti, in trasferta, contro Juventus e Milan, controbilanciando il peso di quelle debacle interne. In definitiva secondo me quest’anno Luperto e compagni hanno fatto il loro dovere, mantenendosi sempre su quella linea di galleggiamento che li ha portati a non rischiare quasi mai di restare invischiati nel cuore della lotta per la salvezza. Io francamente non capisco tutte queste critiche…”
In realtà quello che molti tifosi imputano al Cagliari riguarda l’approccio, fin troppo arrendevole e rinunciatario, a certe partite sulla carta abbordabili. Affidandosi a sporadiche ripartenze impostate attraverso lanci lunghi dalle retrovie per l’isolatissimo Piccoli, e arroccandosi costantemente a difesa della propria area di rigore, Luperto e compagni talvolta hanno rinunciato a proporre un calcio corale e manovrato che peraltro, in altre circostanze, hanno dimostrato di saper veicolare. Con un pizzico di coraggio in più, insomma, diverse partite approcciate con eccessiva timidezza avrebbero potuto portare dei punti…
“Mah, non saprei. Davide Nicola è assimilabile, se vogliamo, a uno stile ‘allegriano’, volto all’ottenimento dei risultati. Ha centrato l’obiettivo, come dicevo prima, senza mai rubare l’occhio, ma all’atto pratico gli hanno messo a disposizione un organico da quattordicesimo posto e lui l’ha fatto piazzare al quattordicesimo posto. Col valore aggiunto di non aver quasi mai veramente sofferto, mentre la sofferenza per mantenere la categoria è ormai da tempo un tratto distintivo del Cagliari.”
A suo parere, Tancredi, in quali reparti andrà potenziata questa squadra per provare a farle compiere un piccolo salto di qualità?
“Io credo che manchi qualcosa in difesa e in attacco. In particolare là davanti serve un attaccante vero: Piccoli, per conto mio, ha un po’ deluso. Intendiamoci: non è andato male, ma non è andato nemmeno come tutti speravano. Ad ogni modo il punto è questo: è complicato per un club col budget del Cagliari alzare veramente l’asticella. Quella barriera che separa la zona occupata dalle squadre pericolanti dal resto delle formazioni di serie A è molto difficile da valicare. Occorre un ‘salto di budget’ che, è vero, club come Atalanta e Bologna di fatto hanno compiuto. E capisco che piazze come Cagliari o, ad esempio, Torino – sponda granata – si chiedano cosa gli manchi per ripercorrere le orme di orobici e felsinei. Però già tra Cagliari e Bologna ci sono evidenti differenze proprio a livello di budget. Ho citato il Torino: i tifosi non sono contenti perché i granata chiudono tutti gli anni attorno al nono-decimo posto. Non riescono mai a fare quello step ulteriore che li porterebbe al livello di Fiorentina e Bologna.
Io comprendo che possa essere frustrante accettarlo, ma la dimensione del Cagliari è attualmente quella di far parte del gruppo di sette-otto compagini che sgomitano per mantenere la categoria. Il suo obiettivo massimo, dunque, è chiudere il campionato in testa a quel gruppo. E quest’anno l’ha fatto.”