Gazzetta - Dossena: "Un gol all’Olimpico? Io ci provo. Ringrazio Giulini se oggi sono in A. Ranieri ci fa vivere sereni. Bologna? Penso alla salvezza del Cagliari. Chi non sogna la Nazionale...""

La Gazzetta dello Sport ha intervistato l'uomo del momento in casa Cagliari, il pilastro difensivo Alberto Dossena, reduce dai gol contro Juventus e Monza e ora carico in vista della sfida di oggi pomeriggio contro la Lazio: "Oggi il tris all'Olimpico? Magari. Sulle palle inattive ci sono. Il primo in A alla Juve è stata una grande gioia, ma quel che ho provato a Bari quando siamo tornati in A resta indescrivibile", ha spiegato il centrale intervistato da Francesco Velluzzi.
Ranieri lo considera inamovibile: "Non parla molto, ma osserva tanto. Poi a volte ti prende da una parte e ti fa notare. E ci fa vivere sereni"
La rosea ripercorre le tappe della sua carriera, partita dalla Primavera dell'Atalanta con Bastoni e Kulusewski. A Bergamo però non gli hanno dato fiducia e si è ritrovato in Serie C: "Fondamentale? Dico di sì. Lì se non hai fame ti mangiano. Perugia, Siena, Pistoia, Alessandria, Avellino. Diventi più smaliziato, impari a essere brutto. Avellino non fu una scelta semplice, è stata decisiva. Mi sentivo giocatore in quella piazza così calda. Mi stimolava. Ho ancora veri amici".
Di lui dicono che il segreto sta nella concentrazione perenne: "Vero. Cerco di esserlo sempre perché da difensore un errore può causare un danno. Ma devi averlo dentro, devi sentire che vuoi arrivare sempre più in alto".
Sul suo passaggio dall'Avellino al Cagliari nell'estate del 2022, per soli 200mila euro: "Il presidente Giulini ha creduto in me? Lo devo ringraziare, mi ha dato questa possibilità e ora sono in A".
Dossena non prende mai cartellini. "Un pregio o un difetto? Lo considero un pregio. Cerco sempre di migliorare. Prediligo giocare uomo contro uomo. Tengo molto al fisico".
Sul mercato: "Adoro Firenze ma Sartori mi vorrebbe a Bologna? Firenze come città mi piace, ma penso solo alla salvezza del Cagliari.
Per il difensore potrebbero spalancarsi anche le porte della Nazionale: "Chi non la sogna. Ma io devo stare con i piedi per terra".