L'Unione Sarda - Ladinetti amaro: "Il Cagliari non credeva in me. Dal club neanche una chiamata, mancata convocazione decisione non rispettosa. Ma sarò sempre un tifoso rossoblù"

L'Unione Sarda - Ladinetti amaro: "Il Cagliari non credeva in me. Dal club neanche una chiamata, mancata convocazione decisione non rispettosa. Ma sarò sempre un tifoso rossoblù"
domenica 7 agosto 2022, 09:00Primo piano
di Redazione TuttoCagliari

Riccardo Ladinetti si confessa ai microfoni de L'Unione Sarda dopo la separazione consensuale con il Cagliari e l'approdo al Pontedera. Ecco un estratto dell'intervista di Alberto Masu: "Ma va bene così, questo è il mondo del calcio ed è solo esperienza in più. Però per me sarà sempre 'Forza Casteddu!' - ha spiegato -. Strano, dopo dieci anni non è facile, però la vita e il calcio sono così. Ora sono contento di stare a Pontedera e di iniziare un nuovo percorso. Ogni società fa le sue scelte, ma la mancata convocazione è stato il segnale che non credevano in me, perché mi veniva tolta anche la possibilità di farmi valutare dall'allenatore. Per me una decisione non rispettosa e di cui sono venuto a conoscenza vedendo la lista dei convocati dai miei compagni. Neanche una chiamata per avvisarmi o qualcuno che mi spiegasse il motivo, che ancora mi è ignoto. Avete chiesto spiegazioni? Al mio agente è stato detto che la decisione era già stata presa e che il Cagliari voleva ridurmi l'ingaggio e mandarmi in Serie C. Il rapporto era ormai rotto, ci siamo rifiutati di accettare una decisione unilaterale e non condivisa. Meglio dividersi, senza polemiche. Ma ho ritenuto che il meglio per me fosse di non sottostare alle loro decisioni e di fare il mio percorso in autonomia. Pontendera? Avevo bisogno di un contesto sano e sereno dove ripartire con equilibrio e sentendomi importante, qui a Pontedera me lo hanno consentito".

Ladinetti sottolinea comunque il forte legame con la città e con la squadra: "Cagliari è la mia vita. Farò sempre il tifo per i miei ex compagni e amici che sono lì e auguro alla squadra e ai tifosi di raggiungere ciò che meritano. Io ora penso a fare il calciatore professionista ad alti livelli, continuando a lavorare sodo. Non devo dimostrare niente a nessuno se non a me stesso, né prendermi rivincite. Ognuno prende liberamente le proprie scelte e se ne assume le conseguenze".