Wieteska: "Futuro? Mi vedo a Cagliari: voglio parlare con il nuovo allenatore. Rifarei le scelte degli ultimi anni"

Wieteska: "Futuro? Mi vedo a Cagliari: voglio parlare con il nuovo allenatore. Rifarei le scelte degli ultimi anni"TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 20:30Primo piano
di Vittorio Arba

Mateusz Wieteska, ​difensore di proprietà del Cagliari reduce dal prestito al PAOK, ha rilasciato una lunga intervista a Tvpsport.pl. Di seguito le sue parole, tradotte da TuttoCagliari.net:

"Non cambierei nulla. Se avessi la possibilità, rifarei esattamente tutte le scelte degli ultimi anni. Le critiche mi hanno ferito, a me e alla mia famiglia, ma mi hanno anche insegnato molto".

 Ti piace la stabilità, la prevedibilità e una vita tranquilla e ordinata?

"Mi piace, ma ultimamente la mia vita non è così. Se avessi giocato tutte le partite a Cagliari ad alto livello, probabilmente avrei raggiunto quella stabilità. Ma siccome le cose non sono andate come avrei voluto, né per me né per il club, ho iniziato a cercare opportunità altrove".

Come mai sei restio a concedere interviste?

 "È da un po’ che non parlo a lungo con i giornalisti. Non ne sentivo il bisogno, anche se so che forse avrei dovuto aprirmi di più. Non è successo nulla di particolare. Alla Legia parlavo spesso, soprattutto nella mia ultima stagione. C’erano tanti stranieri, quindi toccava a noi polacchi spiegare le situazioni difficili. Non avevo paura di metterci la faccia e assumermi la responsabilità. Forse proprio perché ne ho fatte troppe allora, ultimamente le ho evitate?"

Nella stagione 2022/23 sei partito dalla Legia, dove per due settimane e mezzo sei stato capitano, poi sei passato al Clermont per 1,5 milioni dopo appena due partite. Nella stagione 23/24 sei partito dal Clermont, ma dopo due gare in Ligue 1 sei andato al Cagliari, pagato 5 milioni. Nel 24/25 sei partito in Italia e in primavera sei passato in prestito al PAOK Salonicco. I greci però non ti hanno riscattato, quindi ora sei di nuovo un giocatore del Cagliari, anche se non è detto che resterai lì per la stagione 25/26.

"La scorsa stagione poteva iniziare esattamente come le due precedenti. Il PAOK mi voleva già in estate, ma l’operazione è andata in porto solo a gennaio. Prima Cagliari non aveva dato il via libera, anche perché poco prima aveva prestato il greco Hatzidiakos al Copenaghen. Così ho passato l’autunno in Italia, restando in panchina per settimane. Ho cominciato a giocare solo verso la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Ho collezionato solo 181 minuti, con cui non ero certo soddisfatto. Tra settembre e novembre non ho giocato anche a causa di un infortunio durato tre settimane. Mi sono risollevato solo dopo il trasferimento invernale al PAOK, dove ho giocato in 10 delle 13 partite disponibili".

L’ultima volta che sei sceso in campo è stata contro il Panathinaikos, il 13 aprile. Come ti sei preparato per le partite della Nazionale di giugno?

"Il campionato greco è finito l’11 maggio, quindi fino ad allora mi sono allenato con la squadra. Ero pronto a giocare, anche se nelle ultime tre partite sono rimasto in panchina. Poi ho seguito un programma individuale e ho mantenuto i contatti con lo staff tecnico della Nazionale. Le ultime due settimane prima del ritiro mi sono allenato con Radosław Gwiazda nel centro della Legia a Książenice. Ringrazio il club per avermi concesso l’uso dei campi LTC".

Dopo il Legia hai fatto una grande stagione al Clermont: 35 partite in Ligue 1, oltre 3000 minuti, ottavo posto. Poi il trasferimento al Cagliari e le cose sono precipitate. Hai fatto il passo più lungo della gamba?

"No. Anche col senno di poi rifarei la stessa scelta. Ho sempre avuto il sogno di giocare in Serie A, nella patria dei difensori. Se avessi un'altra occasione, ci riproverei. Dopo la mia partenza, il Clermont è retrocesso e ha dovuto lottare per restare in Ligue 2. A Cagliari non è andata come speravo, ma lì avevo più possibilità di cambiare squadra".

Cosa è andato storto in Italia nel primo anno? Hai giocato 5 delle prime 6 partite, poi sei stato squalificato per somma di ammonizioni e sei finito in panchina fino a gennaio. Hai chiuso con 21 presenze e poco più di 1100 minuti.

"In Italia non c’è spazio per i sentimenti: devi mantenere sempre un livello costante. Non tutte le mie partite sono state negative, anzi, alcune sono state ben valutate. Fisicamente stavo bene, ma le scelte erano del mister. Sono finito in panchina dopo la pausa Nazionali di ottobre 2023. Avevamo pochi punti e l’allenatore ha cambiato. A fine anno ho giocato un po’, poi è arrivato Yerry Mina, e lui era titolare fisso. Io ero la sua riserva o entravo solo per difendere un risultato. Difficile trovare spazio così".

Perché Cagliari non ti ha lasciato andare al PAOK già in estate?

"Perché avevano altri piani per me. Volevano che restassi in Italia per giocare in Serie B, ma io non ero d’accordo. Sapevo di poter giocare altrove, in massima serie e per obiettivi veri. Quando si è chiuso il mercato nei top campionati, c’erano ancora paesi dove si potevano fare acquisti. Il PAOK mi voleva, ma Cagliari aveva già mandato un difensore greco in prestito e non voleva perderne un altro".

Eppure ti hanno "utilizzato" per soli 181 minuti prima di lasciarti partire a gennaio...

"Non voglio dare la colpa al club. Tutti si allenavano al massimo, ma le decisioni spettavano all’allenatore. Se non mi sceglieva, un motivo c’era. Con il mio agente abbiamo deciso che a gennaio era ora di cambiare. Andare al PAOK è stata una buona scelta. Sono arrivato mercoledì e ho debuttato domenica. Mi volevano davvero. Ho giocato 10 delle 13 partite disponibili (non ero iscritto in Europa League). A Cagliari non avrei collezionato così tanti minuti".

Come valuti il periodo in Grecia?

"In Italia c’era la barriera linguistica, non parlavano inglese e io non conoscevo l’italiano. In Grecia è stato più facile integrarmi. Con Kędziora parlavo in polacco, con due assistenti in italiano, con l’allenatore Lucescu in inglese o italiano, e con i compagni in inglese. Mi sentivo voluto e utile alla squadra, non una semplice riserva".

Hai pensato a cosa avresti dovuto fare per convincere il PAOK a riscattarti per 2,5 milioni?

"Dovreste chiederlo al presidente e al direttore sportivo. La questione non è chiusa. Al momento non hanno esercitato l’opzione, ma tutto può ancora cambiare".

In Grecia scrivono che prima il PAOK deve liberarsi del contratto di Dejan Lovren e poi Cagliari dovrebbe abbassare il prezzo.

"Nemmeno io conosco tutti questi dettagli. So solo che mi trovavo bene e che lo staff tecnico era soddisfatto. Ne ho parlato con loro prima di partire e avrebbero voluto continuare con me. Ma non dipende tutto da loro".

Ti immagini di cominciare la stagione 2025/26 a Cagliari?

"Ho ancora due anni di contratto, non ho ricevuto offerte, quindi sì, per ora mi vedo a Cagliari. Ma vedremo. Ho letto che il club cambierà allenatore. È tutto in evoluzione".

Sei aperto a lasciare l’Italia?

"Prima voglio parlare con il nuovo mister, il direttore sportivo e il presidente. Devo capire cosa pensano di me. Poi prenderò una decisione. Se mi diranno di trovarmi un’altra squadra, lo farò. L’importante è tornare a giocare con continuità".