Gazzetta - Ventura: "Corsa salvezza? Vedo una partita che potrà decidere molto che è Cagliari-Venezia"

L'ex allenatore del Cagliari e della Nazionale azzurrra, Gian Piero Ventura, ha parlato della corsa salvezza in un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Le sue parole:
"È un campionato avvincente— dice l’ex ct della Nazionale—, almeno dal punto di vista dell’equilibrio perché la qualità del gioco, sinceramente, non mi ha fatto impazzire. Ho visto poche squadre giocare bene, però quasi tutte hanno ancora obiettivi e questo è un bene. Come vedo la lotta salvezza? Vedo una partita che potrà decidere molto che è Cagliari-Venezia. Se la squadra di Di Francesco dovesse vincere succederebbe un piccolo terremoto, perché verrebbero coinvolte squadre che si sentivano già salve. Dopo la sfortuna dell’anno scorso, con quella retrocessione al 91’ con il Frosinone per il gol di Niang dell’Empoli, Di Francesco meriterebbe di rimanere in Serie A. Ha dato una propria identità a una squadra che, pur senza grandi qualità individuali, almeno ha un filo conduttore: il gioco. In questa stagione l’Empoli non ha vinto per venti partite, eppure il gruppo è rimasto compatto, senza scossoni. Sebastiano Esposito ha fatto un gran campionato, Gyasi si fa un mazzo così sulla fascia: se non avessero avuto tanti infortuni sarebbero già salvi, ne sono convinto. Ha una grande occasione perché il Monza è già retrocesso. Ma attenzione a non sottovalutare nessuno, dopo quello che è successo settimana scorsa a Udine. Lecce? l calendario non è semplice, le occasioni dei turni precedenti non sono state sfruttate, però spero che il Lecce si salvi anche perché sono amico del presidente Sticchi Damiani. Adesso però serve una vera e propria impresa. Parma? Il ko di Empoli può pesare: ora devono fare risultato col Napoli perché, come ho detto, se il Venezia dovesse vincere, pure loro si ritroverebbero nei guai. Hellas? Sono sincero: a inizio stagione ero convinto che sarebbe retrocesso. Invece mi sono sbagliato. Anche loro sono molto bravi a non perdere mai la bussola. Però c’è il fattore Bentegodi: quando giochi in casa spinto da 30mila persone è tutto più facile. Spesso le salvezze passano da questi particolari".