La Nuova Sardegna - Agazzi e la rabbia per i gol di Matri

Eto’o, Snejider e Pazzini per il momento possono aspettare. Michael Agazzi, portiere del Cagliari e rivelazione della stagione rossoblù, si gode il bagno di folla che i ragazzi della scuola elementare di via Rossini a Selargius gli hanno riservato. L’accoglienza che maestre e giovani studenti hanno preparato per il numero uno di Villa d’Adda è da star. Sulle note di Eye of the tiger, la colonna sonora di Rocky, per intenderci, è tutto un tripudio di trombette, sciarpe, magliette ed altri vessilli rossoblu. Agazzi, visibilmente emozionato, si accomoda dietro una cattedra.
- Agazzi e la sua infanzia, i primi calci al pallone.
«Ho iniziato a cinque anni nella squadra del mio paese. Solo per puro divertimento».
- Un giovanissimo numero uno che sognava di diventare Buffon.
«Non c’è dubbio. È lui il portiere a cui mi son sempre ispirato. Ma attenzione a Christian Abbiati, poco reclamizzato, ma di sicuro una tra i migliori»
- A proposito di Milan, dica per quale squadra faceva il tifo quando era bambino.
«Sono un grande tifoso milanista, nella mia cameretta avevo il tavolino rosso e la sedia nera. Appeso a una parete, il poster di Paolo Maldini.
D’altronde, in una famiglia di lunga tradizione milanista, non poteva andare diversamente».
- E il presente?
«Quando inizia la partita, avere alle mie spalle la curva nord è una cosa che mi carica e mi inorgoglisce davvero».
- Agazzi, viso pulito e faccia da bravo ragazzo. Mai stato espulso?
«Sì, una volta, ma risale al periodo in cui ero nelle giovanili».
- Il suo sogno nel cassetto?
«Far del bene alla gente. I soldi non m’interessano. Sfruttare quella che è e sarà la mia immagine per aiutare concretamente chi è meno fortunato di noi».
Le parole di Agazzi fanno breccia nel cuore di alunni, genitori e insegnanti, vengono giùpure parecchi applausi.
- Tornando a questioni più terrene ed attuali, c’è un rammarico nella pur eccezionale prima stagione da titolare in rossoblu?
«Sì i due gol che mi ha fatto Matri, fino a pochi giorni prima mio compagno di quadra. Ci son rimasto male. Avresti potuto sbloccarti in un altro momento, gli ho detto...»
E dalla Juventus all’Inter, sabato sera, quando si accenderanno le luci di San Siro. Ma per adesso c’è una lunga fila di bambini con in mano un diario per un autografo e una dedica del numero uno rossoblù.