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UN MIRTO CON... DANIELE GOLETTI: "Cagliari, se si vuole puntare a qualcosa di più di una semplice salvezza strappata con i denti bisogna ingaggiare un altro allenatore. Nicola è bravo, ma serve un tecnico meno calcolatore e più coraggioso"

UN MIRTO CON... DANIELE GOLETTI: "Cagliari, se si vuole puntare a qualcosa di più di una semplice salvezza strappata con i denti bisogna ingaggiare un altro allenatore. Nicola è bravo, ma serve un tecnico meno calcolatore e più coraggioso"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 01:09Un mirto con...
di Matteo Bordiga

L’ex portiere rossoblù Daniele Goletti, intervistato da Tuttocagliari.net, evidenzia le criticità che hanno pesantemente condizionato la stagione vissuta dall’undici di Davide Nicola. Sottolineando che “se per l’anno prossimo, ammessa e non concessa la riconferma della categoria, si vorrà puntare a fare qualcosa di più stimolante probabilmente servirà un allenatore con una mentalità un po’ diversa”.

Daniele, come si può commentare un finale di stagione così periglioso e tribolato come quello di Luperto e compagni?

“Beh, anche se alla fine per giungere alla salvezza non ci dovrebbero essere particolari problemi – almeno lo credo, facendo i debiti scongiuri – la questione di fondo è che la discontinuità di rendimento e di risultati quest’anno ha rappresentato un handicap notevole per i rossoblù. Si è visto anche nell’ultima partita contro il Como: certo, i lariani viaggiano da molte settimane col vento in poppa, ma il Cagliari ha offerto una prestazione scialba, priva di grinta e di mordente. La squadra sembrava avere poca voglia di lottare. E questo è strano, perché sotto il profilo della combattività, della tenacia e della cattiveria agonistica Nicola ha sempre forgiato compagini estremamente competitive.

Ad ogni modo io credo che a fine stagione, a bocce ferme, bisognerà creare i presupposti per fare qualcosa di più e di meglio nel prossimo campionato. Non si può sempre arrivare alle ultime giornate con addosso l’angoscia e la paura della retrocessione. Da diversi anni ormai il Cagliari vive stagioni travagliate, che hanno sfiancato e logorato i tifosi.”

A suo avviso per invertire questa tendenza sarà necessario intervenire in maniera oculata in sede di calciomercato, puntellando la rosa nei ruoli chiave, o sarebbe auspicabile ingaggiare un allenatore con un altro imprinting e con una diversa filosofia di gioco?

“Io non dico che Nicola non sia un bravo allenatore. Anzi. Però se si vuole provare a fare uno step in più, un salto di qualità che consenta di alzare l’asticella, probabilmente occorre ingaggiare un altro tipo di tecnico. E l’identikit è quello di un mister meno calcolatore e più spregiudicato e coraggioso. Nicola è da sempre abituato a gestire situazioni critiche, quindi il suo primo pensiero è quello di salvarsi a tutti i costi. Però se gli obiettivi stagionali diventano un tantino più ambiziosi è imprescindibile affidare la guida della squadra a un allenatore con caratteristiche differenti. Pensiamo a un profilo come quello di Fabregas al Como: i lariani fin da inizio stagione, che fossero supportati o meno dai risultati, hanno proposto un certo tipo di calcio, mostrando un’identità tecnico-tattica ben definita e riconoscibile. E ormai anche per il Cagliari è giunto il momento di puntare a qualcosa di meglio di un diciassettesimo posto su venti squadre. I tifosi lo meritano da tempo.”