La Nuova Sardegna - La dinastia partenopea dei figli d'arte

Il Napoli è la società dei figli d’arte. Il viceallenatore Nicolò Frustalupi, 33 anni, è figlio di Mario, mito degli anni ’70 per il cognome singolare: vinse lo scudetto alla Lazio, da titolare, e uno all’Inter, chiuse la carriera nell’unica serie A della Pistoiese, fu vittima di un incidente stradale nel ‘90. Il direttore sportivo è Riccardo Bigon: papà Albertino, 63 anni, era il centravanti arretrato della stella milanista, fu il tecnico del secondo scudetto partenopeo, vent’anni fa, con Maradona. Alla Fiorentina il terzo preparatore atletico è Niccolò Prandelli, dietro gli ex parmensi Venturati e Casellato; Adolfo Sormani, figlio di Angelo Benedicto, era tra gli assistenti di Ferrara alla Juve. Al Milan Andrea Maldera, figlio di Gino, ex rossonero, è il tattico di Leonardo, mentre Ludovico Costacurta, fratello di Billy, è il vice di Stroppa alla primavera del Milan. Gianluca Conte figurava nello staff di Antonio all’Atalanta e prima al Bari. Riccardo Guidolin allena i Giovanissimi B del Giorgione: “Ci confrontiamo spesso, discutiamo delle nostre esperienze”, dice papà Francesco.
«Collaboro con mister Mazzarri da sette stagioni - racconta Frustalupi junior -, eravamo in serie C1, a Pistoia. Lavoravo lì come dirigente, iniziai da osservatore per conto suo. A Livorno collaboravo in maniera esterna e saltuaria, a Reggio Calabria diventai osservatore ufficiale, dal secondo anno sono sceso sul campo, accanto a lui».
Due stagioni alla Reggina, due a Genova, a maggio gli arrivò il patentino di Seconda Categoria, indispensabile per essere vice ufficiale in serie A.
«In Calabria l’impresa della salvezza nonostante gli 11 punti di penalizzazione». Adesso il Napoli è a 5 punti dalla Champions, il Cagliari con 7 di vantaggio sulla zona retrocessione. «Con 4 partite da disputare può risalire posizioni».
A Parma gli azzurri hanno perso punti in extremis, all’andata e pure al ritorno. «Le partite durano 90’ e anche oltre, come dimostrano le tante rimonte che abbiamo assestato. Pensiamo una partita per volta, non è il momento di recriminare per quei due punti persi».
Contro il Bologna il 2-1 allo scadere costò la panchina a Papadopulo. «Era l’ottava giornata, eravamo appena subentrati, il Napoli era quasi in zona retrocessione, con sette punti in sette partite». Dopo Roberto Donadoni, 45 punti in 27 gare, anche grazie al ds Bigon junior. «Qualcuno magari ricorda il nome di mio padre, personalmente non ho avuto vantaggi dall’essere figlio d’arte. Con Riccardo ci conosciamo da Reggio, è un dirigente molto preparato».