UN MIRTO CON... ATTILIO TESSER

UN MIRTO CON... ATTILIO TESSERTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
mercoledì 2 agosto 2023, 00:07Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Una toccata e fuga… tutt’altro che volontaria. Giusto il tempo di preparare la squadra per il campionato, esordire (con successo) in Coppa Italia e disputare la prima gara di serie A. Poi arriva il benservito. Inatteso, apparentemente immotivato, scioccante. Per lui quanto per la piazza cagliaritana. Sopra la testa di tutti i tifosi rossoblù spunta un gigantesco punto di domanda, destinato a restare senza risposta.

Riavvolgiamo il nastro. Siamo nel 2005: è l’anno del ritiro di Gianfranco Zola, il maghetto che ha traghettato la squadra sarda dalla B alla A e ha appena chiuso una stagione fantastica – forse una delle migliori della sua fulgida carriera – nel massimo campionato. Nell’attacco del Cagliari restano le tre frecce (Suazo, Esposito e Langella), ma la squadra, senza il suo leader e trascinatore, va ripensata e ristrutturata. Il presidente Massimo Cellino punta su un tecnico giovane e promettente: Attilio Tesser, proveniente da due stagioni alla guida della Triestina.

Il precampionato è piuttosto incoraggiante. Poi arriva il debutto in A a Siena, contro i bianconeri toscani. I rossoblù offrono una discreta prestazione, perdendo per 2-1 in maniera sostanzialmente immeritata. È a quel punto che Cellino tira fuori il coup de theatre: esonerato Tesser, sulla panchina isolana torna il timoniere dell’anno precedente, Daniele Arrigoni. Ma anche la sua permanenza in Sardegna non durerà a lungo.

Tesser, sono passati tanti anni dalla sua fugace esperienza in Sardegna. Lei a mente fredda, dopo tutto questo tempo, a cosa attribuisce l’esonero giunto dopo appena una gara di campionato, peraltro giocata anche piuttosto egregiamente?

“Sinceramente faccio fatica ancora oggi a parlarne e a capire cosa mai possa essere successo. Fu una scelta del presidente, per carità rispettabile. Ma la vissi con enorme amarezza: era una grande opportunità per me, in una piazza importante come Cagliari. Inoltre, in quelle poche settimane trascorse in Sardegna mi ero trovato benissimo a livello personale e ambientale. Anche con la squadra si era creato un buon feeling.

Poco da dire, sono situazioni che fanno parte del calcio. Certo, rimane lo sconcerto e l’amaro in bocca, ma poi si va avanti e si prosegue per la propria strada. Avevamo anche debuttato positivamente in Coppa Italia, e non eravamo andati male neppure contro il Siena in campionato, pur uscendo sconfitti. Poi la proprietà prese quella decisione e le cose andarono in quel modo.”

Lei comunque serba ancora un buon ricordo dell’accoglienza che le riservò la gente di Cagliari al momento del suo arrivo nell’Isola?

“Ma certamente. Furono in realtà solo una manciata di settimane quelle da me vissute in Sardegna, perché naturalmente il ritiro precampionato l’avevamo fatto altrove. Però in quel poco tempo ebbi modo di conoscere delle bellissime persone e anche una città splendida, che mi fece un’ottima impressione. Questo accresce ulteriormente il dispiacere per come finì la mia avventura sarda.”

Lei il nuovo Cagliari di Ranieri, nell’ultimo campionato di serie B, l’ha incrociato sul campo. E l’ha anche battuto meritatamente col suo Modena, infliggendo al tecnico romano una delle due sole sconfitte incassate da quando è tornato sulla panchina rossoblù. Che impressione le ha fatto la formazione isolana e come la vede nell’ottica del prossimo torneo di serie A?

“Per prima cosa voglio fare i complimenti al Cagliari e a Ranieri per il ritorno in massima divisione. Claudio ha centrato l’obiettivo con una squadra certamente dalle grandi potenzialità, ma non è mai semplice uscire vincitori da un torneo come quello cadetto. I rossoblù ci hanno creduto fino in fondo nella finale contro il Bari, sicuramente un degno rivale, e alla fine hanno conquistato la promozione.

Le prospettive in vista del prossimo campionato dipendono dall’andamento del mercato. La dirigenza è al lavoro per potenziare l’organico, e quelli che saranno gli obiettivi reali del Cagliari li scopriremo solo alla fine della campagna acquisti e cessioni. Certamente quando si sale dalla B il primo traguardo da tagliare è la salvezza. Una volta conservata la categoria si può pensare di fare un piccolo passo in avanti. Magari anche sull’onda dell’entusiasmo che spesso scaturisce da una promozione.”  

Se fosse l’allenatore del Cagliari sarebbe preoccupato per l’infortunio contemporaneo di Rog e Lapadula?

“Stiamo parlando di due giocatori molto importanti. Certo che sarei preoccupato, direi come qualunque altro allenatore. Anche per questo dico che le potenzialità del Cagliari saranno più chiare una volta che si sarà chiuso il calciomercato. Vedremo come opererà la società: ripeto che, almeno in partenza, la cosa più importante è consolidare la serie A con una salvezza possibilmente tranquilla e senza patemi.”