UN MIRTO CON... DAVID SUAZO

UN MIRTO CON... DAVID SUAZOTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
venerdì 25 agosto 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Una saetta nel buio, un missile terra-aria che attraversava i campi da gioco. Un ghepardo inarrestabile che bruciava l’erba e seminava i poveri inseguitori.

Su un rettangolo verde non si è mai vista – e forse mai si vedrà – un’accelerazione in progressione come la sua: quando innestava il turbo la sua velocità diventava supersonica, e anche partendo da dieci metri di svantaggio riusciva, su un lancio lungo, ad arrivare prima del suo diretto marcatore.

In una parola sola, semplicemente “King” David Suazo. Il trascinatore del Cagliari per diverse stagioni, capace di stabilire il record di reti segnate in un campionato di serie A (ben 22, stagione 2005-2006) e di condurre – quasi – da solo alla salvezza una squadra zoppicante e incostante.

Il suo passaggio all’Inter provocò grande dispiacere in tutti i fan rossoblù: l’honduregno era diventato ormai una bandiera coi quattro mori vivente. Ma i suoi 102 gol complessivi segnati in tutte le competizioni con la maglia isolana lo collocano indiscutibilmente nel Pantheon delle leggende cagliaritane.

David, che ne pensa di questo nuovo Cagliari targato Ranieri? Lunedì ci sarà la sfida proibitiva con l’Inter: come vede i rossoblù in quella partita e anche, a lungo termine, nel prosieguo del campionato?

“Intanto il pareggio ottenuto contro il Toro è stato un punto importante, una boccata d’ossigeno. Anche perché il debutto in serie A è sempre particolarmente difficile per una neopromossa. E poi mi ha colpito il coraggio dimostrato da mister Ranieri nello schierare tanti giovani dal primo minuto: da Luvumbo a Obert, da Sulemana a Oristanio. È ovvio che sarà un torneo duro, come da prassi per le squadre piccole. E poi occorre attendere qualche rinforzo: l’assenza di Lapadula e Mancosu pesa, perché si tratta di due giocatori che aggiungono un briciolo di qualità in più alla rosa.”

A proposito di nuovi acquisti: per l’attacco a suo parere meglio un centravanti classico o una seconda punta veloce e letale in contropiede… un po’ come era lei?

“Sarà il mister a deciderlo. Intanto il Cagliari dispone già di giocatori come Luvumbo, che non è affatto male, e Oristanio, che ho visto bene lunedì scorso contro il Toro: il talentino di scuola interista mi ha impressionato positivamente, ha un buon passo. Detto questo, direi che un altro elemento a completamento del reparto offensivo è necessario.”

Gli obiettivi del Cagliari: questa rosa secondo lei è in grado di andare oltre una semplice salvezza, magari attaccando le posizioni a ridosso della decima/dodicesima?

“Penso che, con una squadra così giovane, sia il mister che il presidente a inizio campionato abbiano in testa soprattutto la salvezza. Però se poi a gennaio la squadra dovesse trovarsi in una buona posizione di classifica, tutti assieme si cercherà di continuare a fare bene cavalcando l’onda.

Tuttavia al momento la priorità è mantenere la categoria, anche per dare ai ragazzi più giovani fiducia in sé stessi e per aiutarli a consolidare le loro qualità in ottica futura.”

In passato qualcuno a Cagliari ha paragonato il talentino Luvumbo al giovane David Suazo che si affacciava, all’inizio degli anni Duemila, sul palcoscenico del grande calcio europeo. Si ritrova un po’ in questo accostamento?

“Abbiamo dei punti in comune: uno su tutti la velocità. Io puntavo molto sull’accelerazione negli spazi, che è stata l’arma vincente di tutta la mia carriera. Rispetto a me lui è più un esterno: io ero soprattutto un attaccante, stazionavo più vicino alla porta. Luvumbo invece ama partire dalle fasce per accentrarsi. Io poi potevo giostrare da prima punta anche da solo, mentre lui ha bisogno di un giocatore che lo affianchi. Non a caso l’angolano si disimpegna molto bene quando gioca con Pavoletti o con lo stesso Lapadula, che interpretano al meglio il ruolo di prima punta. L’anno scorso in coppia con l’uno o con l’altro Luvumbo ha sfornato ottime prestazioni, che hanno portato in dote anche vittorie pesanti.”

Un ultimo quesito sull’attacco del Cagliari: Ranieri ha lasciato intendere di voler optare spesso per il 4-4-2, ma nella seconda parte della scorsa stagione è ricorso più volte al modulo col trequartista – Mancosu – dietro alle due punte. In serie A è forse più consigliabile mantenere un centrocampo a quattro, per proteggere meglio la difesa, oppure la soluzione col trequartista, col ritorno di Mancosu, diventerà nuovamente un’opzione?

“Ranieri ha sicuramente l’intelligenza per capire come giocare a seconda delle varie situazioni. Avendo Mancosu, che è il calciatore che interpreta meglio il ruolo di trequartista tra le linee, ci si può permettere di proporre un certo modulo. Senza Mancosu bisogna schierarsi diversamente, come il Cagliari ha fatto contro il Torino. Ma si può scegliere di giocare in varie maniere. Un modulo molto caro a Ranieri è il 4-4-2, è vero, ma l’anno scorso ha conquistato la promozione con un 3-5-2. Per cui lui sa perfettamente quello che fa e perché lo fa. Noi dobbiamo solo avere fiducia e attendere che lui prenda le sue decisioni partita dopo partita.”