UN MIRTO CON... GIUSEPPE GIANNINI
Noblesse oblige.
Chi meglio di lui, figlio prediletto di Roma, capitano di tante battaglie giallorosse, “Principe” di un’eleganza e di una classe regali, sontuoso regista e visionario rifinitore, potrebbe introdurre la sfida di stasera tra la “Lupa” e i quattro mori? Giuseppe Giannini – più di quattrocento presenze in tutte le competizioni con la maglia della Roma, tre Coppe Italia alzate al cielo e una fulgida carriera in Nazionale, culminata nel terzo posto conquistato nel Mondiale della gloria mancata, Italia ’90 – segue ancora da vicinissimo le vicende del grande amore della sua vita calcistica: quella squadra che ruba “er core” a mezza città, che riempie la curva Sud dell’Olimpico tutte le domeniche e che, nel bene e nel male, colora i sogni dei romani cresciuti sulla sponda giallorossa del Tevere. Quella squadra che stasera proverà a giocare un tiro mancino a un altro dei suoi figli più amati e coccolati: quel Claudio Ranieri che a Testaccio, tra code alla vaccinara e sciarpe della “Maggica”, c’è nato. E che non ha mai rinnegato la propria, purissima fede romanista.
Difficile fare un pronostico, perché i tre punti all’Olimpico pesano tanto per il Cagliari pericolante di “Sor Claudio”, il vecchio maestro, quanto per la Roma dalle rinnovate ambizioni europee del rampante Daniele De Rossi, l’allievo devoto ma agguerrito. Su una cosa però il “Principe” Giannini è sicuro: sarà una sfida tosta, che la Roma cercherà di comandare e che il Cagliari tenterà di sparigliare in contropiede.
Giuseppe, con quali motivazioni Roma e Cagliari scenderanno in campo stasera all’Olimpico per il Monday night di serie A?
“La Roma si è rilanciata in ottica Champions League, mentre il Cagliari ha assoluto bisogno di punti per alimentare le proprie speranze di salvezza. Sarà una partita caldissima, con una posta in palio decisamente alta per entrambe.”
Cosa deve temere, a suo avviso, questa Roma dal Cagliari di Claudio Ranieri, che nell’ultimo mese è parso in grande difficoltà sia sotto il profilo del gioco che dal punto di vista dei risultati?
“Io direi innanzitutto le ripartenze. Abbiamo visto, da queste prime due prestazioni della nuova Roma di De Rossi, che ai giallorossi piace uscire dalla propria metà campo in palleggio, fraseggiare, puntare su combinazioni corte con palla a terra. In quei frangenti devi stare molto attento a non perdere il possesso della sfera, perché altrimenti alla squadra avversaria possono spalancarsi delle praterie e rischi di essere attaccato a campo aperto. La prima cosa che De Rossi deve temere del Cagliari sono le sue ripartenze in velocità. Il modo di giocare della Roma è molto cambiato rispetto alla gestione Mourinho: ora si tende a privilegiare il gioco ragionato, la circolazione di palla, il tentativo di trovare varchi attraverso la manovra collettiva. Ma bisogna evitare di farsi trovare impreparati sui contrattacchi degli avversari.”
Cosa devono invece fare i rossoblù, contro una Roma ritrovata e più convinta rispetto al recente passato, per portare via almeno un punto dall’Olimpico?
“Il Cagliari imposterà una gara di attesa. I sardi si chiuderanno e punteranno sull’organizzazione difensiva per imbrigliare i giallorossi, cercando poi di rubargli palla a metà campo per andare a colpirli con le ripartenze. Questo sarà il canovaccio del match. Tuttavia mi sembra che Dybala e compagni nelle ultime due partite abbiano acquisito più consapevolezza e determinazione, oltre ad aver ritrovato una compattezza che in alcune precedenti occasioni gli era mancata. Non sarà facile per il Cagliari fermare la squadra di De Rossi.”
Vede il Cagliari salvo da qui alla fine del campionato o ritiene che ci siano squadre più attrezzate dei rossoblù per raggiungere l’obiettivo della permanenza in serie A?
“Difficile dirlo. Quello che penso è che i sardi dovranno veramente lottare fino all’ultima gara se vorranno confermare la categoria.”