UN MIRTO CON... JEDA

UN MIRTO CON... JEDATUTTOmercatoWEB.com
© foto di Alessandro Pizzuti
martedì 9 gennaio 2024, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Puntuale, lucido e preciso.

Come sempre, Jeda offre un’analisi lungimirante del momento attraversato dal “suo” Cagliari, spaziando dalle considerazioni tecnico-tattiche all’aspetto emotivo e psicologico, quantomai centrale nel tentare di decodificare il rendimento discontinuo e zoppicante degli uomini di Ranieri.

Benché quella rossoblù sia una delle compagini alle quali la seconda punta brasiliana è rimasta più legata, Jeda ha vestito anche la casacca del Lecce. Dunque è stato un osservatore particolarmente interessato, da doppio ex, della sfida andata in scena sabato scorso al Via del Mare.

Che impressione le ha fatto il Cagliari a Lecce? Che valore ha il punto conquistato su un campo difficile come quello salentino, in casa di una diretta concorrente nella lotta per evitare la retrocessione?

“Tutto quello che la squadra può raccogliere lontano dalle mura amiche va raccolto, in un modo o nell’altro. Sono punti preziosi. Sabato gli isolani hanno affrontato un avversario temibile, che gioca un ottimo calcio dall’inizio del campionato. In un momento come quello attuale, se non si può vincere diventa assolutamente fondamentale non perdere. Il Cagliari deve cercare di prendere meno gol possibile e di capitalizzare al massimo tutte le occasioni che riesce a creare.

Prima della gara avevo immaginato che potesse finire in parità, perché le due compagini per tanti versi si assomigliano. Diciamo che i rossoblù, trovando l’1-1 nella ripresa, hanno dato un segnale. Ora bisogna trovare quella continuità, soprattutto di risultati, che finora è mancata. Detto questo, la sconfitta del Verona con l’Inter contribuisce a rasserenare l’ambiente, perché tiene il Cagliari – anche se solo per un punto – fuori dalla zona retrocessione.”

Se i risultati arrivano a corrente alternata, il gioco sembra aver subito un’involuzione rispetto a un mese e mezzo fa. Spesso si salta il centrocampo, si va diretti sulle punte con lanci lunghi telefonati e prevedibili, la costruzione della manovra appare stentata e poco brillante. Al Via del Mare sul piano del palleggio - sebbene solo a tratti - si è visto qualche piccolo passo in avanti. Come si può ovviare a questa difficoltà oggettiva che i rossoblù incontrano nell’arrivare al tiro con l’azione ragionata?

“A volte la fretta di giungere subito alla conclusione e di trovare la via della rete porta a semplificare il gioco, magari ricorrendo al lancio lungo anziché sforzarsi di costruire con pazienza l’azione dalle retrovie. Io credo che questo atteggiamento dipenda anche dalla scarsa serenità che serpeggia tra i giocatori, determinata dalla classifica precaria e da tutto ciò che di negativo è capitato da agosto a oggi. Non sei tranquillo emotivamente e, di conseguenza, il tuo modo di giocare riflette il tuo stato d’animo, diventando arruffato e frenetico. Proprio per questo motivo io credo che Ranieri, oltre che sulla tenuta fisica – aspetto di cui si parla poco ma che è imprescindibile per produrre un buon calcio e per ottenere risultati – debba lavorare tantissimo sulla testa dei suoi uomini. Ad ogni modo, ribadisco che mentalmente è di importanza capitale restare con tutti e due i piedi fuori dalla zona rossa, e mantenere anche un minimo vantaggio sul terzultimo posto.”

Veniamo alla prossima gara, che vedrà i sardi ospitare il lanciatissimo Bologna all’Unipol Domus. Ai felsinei mancherà Zirkzee, punta di diamante dell’attacco: un’assenza indubbiamente pesante. Ciononostante, l’undici di Thiago Motta rappresenta la più eclatante sorpresa della stagione, col suo gioco “totale” e col suo inserimento nella lotta per un posto nell’Europa dei giganti. Che partita sarà quella di domenica?

“Concordo sul fatto che l’assenza di Zirkzee potrebbe incidere non poco: lui è un attaccante particolare, che chiama su di sé un certo tipo di gioco. Sta bene sia tecnicamente che mentalmente. Aiuta la squadra in mille modi: con le sue giocate, con le sue invenzioni e coi suoi smarcamenti. Senza di lui Thiago Motta perderà qualcosa, non c’è dubbio. Anche se il Bologna collettivamente pratica un gran bel calcio: gli emiliani si caratterizzano per la loro grande aggressività e per i ritmi indiavolati che impongono alla partita. Ricordo quando, a inizio campionato, persero in casa col Milan. Nonostante la sconfitta sfoderarono una grande prestazione, soprattutto sul piano dell’intensità. Poi i rossoneri trovarono i gol grazie alla classe superiore dei loro campioni, che sono sempre in grado di cambiare l’inerzia del match. Ma Zirkzee e compagni fecero una splendida figura, giocando ad altissima velocità e ribattendo colpo su colpo agli attacchi milanisti. Non a caso poi hanno imbrigliato l’Inter a San Siro e la Juventus allo Stadium.

Ora sembra che il Bologna stia un po’ calando dal punto di vista della brillantezza: si tratta di una flessione fisiologica e, comunque, passeggera. Cosa deve fare domenica il Cagliari? Cercare di prendersi tutti i vantaggi che può avere: il calore del pubblico amico, la forza e l’entusiasmo di giocare all’Unipol Domus, lo spirito battagliero che sa mettere in campo in ogni sfida. Non dovrà lasciare spazi ai ragazzi di Motta, che tecnicamente sono fortissimi e con la palla tra i piedi sanno come far male, ma soffocarli con le armi dell’agonismo e dell’intensità. Anche perché a mio avviso, nonostante i tanti punti che separano in classifica i sardi dagli emiliani, il Bologna rimane un avversario alla portata del Cagliari. E il fattore campo potrà e dovrà risultare determinante.”