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UN MIRTO CON... LINO MARZORATI

UN MIRTO CON... LINO MARZORATITUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
mercoledì 13 marzo 2024, 00:22Un mirto con...
di Matteo Bordiga

A Cagliari ha speso una sola stagione della propria carriera, ma assieme a tutti i suoi compagni per qualche settimana ha coltivato un sogno proibito chiamato Champions League.

Lino Marzorati, difensore eclettico utilizzabile sia come centrale che come terzino destro, è sbarcato in Sardegna nella stagione 2009-2010: quella della grande chimera, del quarto posto sfiorato e poi scivolato via tra le dita dopo la famosa partita-sliding doors di Udine contro i friulani. Un campionato esaltante e maledetto, sotto la guida di un Massimiliano Allegri in stato di grazia almeno fino a febbraio e poi precipitato in una crisi verticale senza apparente logica né ragione.

Lino, che ricordi serba della sua breve ma intensa esperienza cagliaritana?

“In Sardegna mi trovavo davvero bene. Frequentavo anche alcuni compagni di squadra fuori dal campo. Eravamo una bella compagine e, nel complesso, facemmo un buon campionato. Io però, a causa di qualche infortunio, giocai piuttosto poco. Purtroppo poi l’anno successivo tornai a militare in serie B.”

A febbraio eravate virtualmente al quarto posto, qualificati per la Champions League. Poi il tracollo, improvviso e inspiegabile. Cosa accadde a suo avviso?

“Dopo essere stati la squadra rivelazione del girone d’andata non riuscimmo a confermarci in quello di ritorno. Proprio confermarsi, del resto, nel calcio è la cosa più difficile. Se non ricordo male poi Allegri era già promesso al Milan, quindi a un certo punto cambiò proprio il mood, l’atmosfera del nostro campionato. Il clima che si respirava attorno alla squadra non era più lo stesso. Perdemmo tanti punti nel girone di ritorno, cosa che ci ha lasciato l’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e non è stato.”

Dal punto di vista tecnico quel Cagliari aveva le carte in regola per arrivare almeno, a fine stagione, in Europa League? Tornare a disputare una competizione continentale sarebbe stato salutato come un grande traguardo dai tifosi rossoblù.

“Secondo me eravamo attrezzati per raggiungere quell’obiettivo. Io un paio di anni prima avevo fatto un’esperienza simile con l’Empoli: eravamo arrivati settimi in classifica, qualificandoci sorprendentemente per la Coppa Uefa. Ecco, a mio avviso il nostro Cagliari era più forte di quell’Empoli.”

Che tipo di tecnico era Massimiliano Allegri? Quel Cagliari per due terzi di campionato mise in mostra un calcio spettacolare e scanzonato: era praticamente un’orchestra perfetta.

“Io mi sono trovato subito bene con lui. Aveva un approccio molto simpatico nei confronti di noi giocatori, e in più faceva giocare bene la squadra. Aveva delle intuizioni tattiche molto brillanti. Era divertente – e anche facile – allenarsi con lui. Poi con i risultati positivi che venivano uno dopo l’altro l’entusiasmo cresceva, insieme all’autostima, ed era tutto più bello. Inoltre devo dire che nei momenti difficili Max non ti metteva assolutamente pressione. Tutt’altro: era sempre positivo e propositivo.”

Lino, veniamo al Cagliari attuale. Le recenti vittorie l’hanno trainato fuori dal pantano degli ultimi tre posti, ma la strada verso la salvezza è ancora lunga e irta di ostacoli. Quali squadre, a suo parere, in questo momento rischiano più delle altre?

“Ora come ora il Frosinone mi sembra la formazione messa un po’ peggio, ma anche il Sassuolo stenta: l’infortunio di Berardi ha complicato ulteriormente la situazione, assieme a una difesa un po’ troppo allegra e ‘ballerina’. E per salvarsi la solidità difensiva è il presupposto imprescindibile. Il Cagliari dovrà lottare fino all’ultimo respiro, ma sono fiducioso: i sardi possono contare su un grande mister e su un potenziale ancora da esprimere pienamente, soprattutto dal centrocampo in su.”