UN MIRTO CON... NEDO SONETTI

UN MIRTO CON... NEDO SONETTITUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giacomo Morini
giovedì 18 agosto 2022, 00:00Un mirto con...
di Roberta Lai

Riguardo all'attualità in chiave Cagliari, la redazione di TuttoCagliari.Net ha intervistato in esclusiva Nedo Sonetti, tecnico dei sardi nelle stagioni 2001/202, 2005/2006 e nel 2007.

Sono passati vent’anni dall’ultimo incontro in campionato tra Cagliari e Cittadella. Che tipo di partita si aspetta?

“Il Cagliari è una squadra che ha delle ambizioni dichiarate di ritornare presto in Serie A. Per quanto riguarda il Cittadella devo dire che ha sempre creato dei problemi anche alle mie squadre. Gioca bene, fa un bel calcio. È una squadra che viene seguita con grande simpatia da parte di tutti. Bisogna stare molto attenti”.

Lei è stato l’autore di due grandissimi miracoli nelle stagioni 2001/2002 e 2005/2006. Qual è stato il suo segreto?

“Il segreto, tanto per cominciare, sono sempre i giocatori. La tua sensibilità e capacità di interpretare il gruppo determinano poi il successo”.

Com’è stato vedere crescere grandissimi giocatori rimasti poi nel cuore dei tifosi rossoblù? 

“È stata una grande soddisfazione”.

Le sue esperienze al Cagliari sono state caratterizzate dal susseguirsi di vari allenatori. Che peso può avere sulla stabilità di una squadra?

“Credo che cambiare continuamente tecnico, al di là di quello che è successo lo scorso anno e su cui non voglio entrare, significhi che la dirigenza non ha delle proprietà di intenti molto chiare e precise. È certo che a volte ci sono delle situazioni improrogabili ma è altrettanto vero che per fare una squadra, oltre ai giocatori, ci vuole un tecnico che sia capace e costante negli anni”.

Cosa pensa quindi degli esoneri di Semplici, di Mazzarri?

“L’allenatore non è soltanto uno che si spoglia, si mette la tuta e fa le formazioni. L’allenatore è un elemento estremamente importante verso il quale ci dovrebbe essere una maggiore accortezza, sia nello sceglierlo che nel tenerlo”.

Siamo ancora agli inizi del campionato. Si sente di dare un giudizio sulla rosa attuale?

“È difficile poter dare dei giudizi. Bisogna aspettare un po’ di tempo, vedere come la squadra reagirà a tutte le cessioni e a tutti gli acquisti fatti. Sarà fondamentale cercare di interpretare bene il concetto della Serie B. Io ho vinto cinque campionati di Serie B e posso dire che per vincere bisogna avere delle caratteristiche particolari che sicuramente l’allenatore nuovo del Cagliari possiede”.

Ha fiducia, quindi, in Fabio Liverani?

“Certo. È stato un ottimo giocatore ed è una persona intelligente. Credo che possa fare bene. Speriamo, faccio il tifo”.

Ha parlato prima dell’importanza di alcune caratteristiche per tentare l’immediata risalita in Serie A. Quali sono?

“La qualità dei giocatori e un’organizzazione, sia da parte della società nei confronti degli allenatori, sia nei confronti dei giocatori stessi. Ci vuole un connubio importante e serio senza farsi abbindolare troppo dai successi immediati e da qualche sconfitta che, purtroppo, viene”.

Che tipo di atteggiamento, quali valori dovrebbero dimostrare i giocatori rimasti?

“Un senso di rivalsa nei confronti della squadra e di rispetto nei confronti della città, della regione. Il Cagliari è l’espressione principe della regione sarda. A questo si deve aggiungere il senso di coscienza di quello che purtroppo non è stato fatto l’anno scorso in Serie A e che deve essere fatto in Serie B”.

Che rapporto ha con Cagliari e la Sardegna?

“Con la Sardegna ho sempre un rapporto importante. Vi è una società, una squadra, un popolo per il quale nutro grande simpatia e affetto”.

Si ringrazia Nedo Sonetti per la disponibilità e la cordialità nell’accettare e svolgere questa intervista.