UN MIRTO CON... RAFFAELE AMETRANO

UN MIRTO CON... RAFFAELE AMETRANOTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com
venerdì 21 luglio 2023, 01:48Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Nella sua lunga carriera di globetrotter del pallone una tappa è stata anche quella rossoblù, precisamente nel campionato 1999-2000. Un’annata particolare e sfortunata, in cui anche un giocatore dinamico, talentuoso e fisicamente esplosivo come lui ha fatto enorme fatica a spiccare il volo e a trovare un posto da titolare.

Difensore laterale con spiccate doti propositive e di inserimento, stantuffo della fascia dai mille polmoni e dalla straordinaria generosità, Raffaele Ametrano ha collezionato appena sei presenze con la maglia del Cagliari. Arrivato in Sardegna con ben altre aspettative, è stato fagocitato anche lui dalla stagione maledetta che, nonostante un organico di prim’ordine ricco di “pezzi da novanta”, è culminata in una retrocessione tutt’oggi indecifrabile e misteriosa.

Difficile indagarne e svelarne le cause, ma Raffaele ci prova con coraggio e con sincerità.

Ametrano, come “leggere” quell’annata storta, iniziata male e finita anche peggio, nella quale sembravate poter disputare un campionato brillante – o quantomeno tranquillo – e invece vi ritrovaste invischiati, senza più riuscire a tirarvene fuori, nei bassifondi della classifica?

“Fu un gran peccato. Sulla carta eravamo una formazione competitiva, ma la mia impressione è che non riuscimmo mai a diventare veramente una squadra. Questo è dimostrato dal fatto che contro gli avversari d’alta classifica, nelle gare in cui ci potevamo mettere maggiormente in mostra, venivamo sempre fuori e sfornavamo signore prestazioni, mentre nei match decisivi per la lotta salvezza, quelli che per noi contavano di più, non riuscivamo mai a fare il salto di qualità. Battemmo la Roma in casa, pareggiammo col Milan a San Siro e al Sant’Elia, strappammo un punto alla Lazio in casa e alla Juventus al Delle Alpi… In particolare a Milano col Milan ci esibimmo in un autentico show: avremmo meritato di vincere con due o tre gol di scarto.

Eppure non riuscimmo a fare gruppo, a compattarci e a creare quell’unione di intenti che è fondamentale per ottenere risultati importanti con continuità. Nei momenti di difficoltà non fummo capaci di riemergere dalle sabbie mobili, di ritrovarci come squadra e di reagire nel migliore dei modi. Magari trovavamo stimoli contro le cosiddette ‘big’ e lì esprimevamo il nostro reale potenziale, però in serie A questo non basta: non servono le belle prestazioni e gli applausi se poi non si fanno punti. E noi ne facemmo davvero pochi.”

Eppure non si può dire che mancassero gli attaccanti a quel Cagliari: da Oliveira a Mboma, assistiti dal genio illuminante di O’Neill. E infatti la squadra costruiva gioco, offriva ogni tanto anche prestazioni spumeggianti e creava sempre tante occasioni, ma non concretizzava e, in compenso, dietro ballava parecchio, subendo gol a grappoli.

“Sicuramente non segnavamo per quanto producevamo. La percentuale di realizzazione rispetto alle occasioni create era molto bassa. Poi in serie A ci sta di prendere qualche gol in più, specialmente quando giochi per non retrocedere. Personalmente mi è rimasto addosso un grande rammarico per quella stagione, perché il Cagliari di Tabarez e Ulivieri è stata, almeno potenzialmente, una delle squadre più forti nelle quali ho giocato.”

Venendo all’attualità, il Cagliari sta cercando di rinforzarsi un po’ in tutti i ruoli in questo calciomercato estivo. Secondo lei quali possono essere le prospettive dei rossoblù in serie A, per come è strutturata adesso la rosa, nel breve e nel medio periodo?

“Intanto partiamo dal presupposto che il Cagliari ha un grande allenatore, uno dei migliori attualmente in circolazione. Un tecnico che ha dalla sua l’esperienza e mille altre qualità che lo aiuteranno a ottenere ancora una volta risultati lusinghieri. Poi comunque quella isolana è una grande piazza: i calciatori hanno piacere a venire a giocare in Sardegna e a indossare la maglia rossoblù. Credo che la società allestirà sicuramente una formazione competitiva; soprattutto non ripeterà gli stessi errori commessi in passato. L’obiettivo credo sia un campionato tranquillo. Quando sei una neopromossa il primo step è salvaguardare la categoria e dare continuità ai risultati dell’anno precedente.”

Conosce le caratteristiche di Jakub Jankto, centrocampista prelevato dal Getafe - dopo il prestito allo Sparta Praga - con un passato nell’Udinese e nella Sampdoria? Come giudica il suo acquisto da parte del club sardo?

“Jankto è un grande giocatore: mi piaceva molto quando giocava a Udine, dove lo seguivo con attenzione. Porterà certamente tecnica, corsa e forza fisica. E tanto dinamismo: caratteristiche che gli permetteranno di integrarsi al meglio con compagni di reparto come Rog e Nandez, a lui complementari.”