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UN MIRTO CON... ROBERTO SORRENTINO

UN MIRTO CON... ROBERTO SORRENTINO
mercoledì 15 maggio 2024, 00:02Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Portiere esplosivo e reattivo, ha avuto la sfortuna di approdare a Cagliari in anni difficili e travagliati anche dal punto di vista societario. Ma Roberto Sorrentino non ha mai fatto mancare il suo apporto - spesso decisivo - sul campo, distinguendosi come uno dei migliori estremi difensori visti in riva al Poetto negli ultimi quarant’anni.

Roberto, il Cagliari - dopo i tre grandi risultati in serie contro Atalanta, Inter e Juventus - sembra essersi sciolto come neve al sole. Appena un punto nelle ultime tre partite e, soprattutto, un atteggiamento più che rivedibile nelle trasferte di Genova e di Milano. Come lo spiega?

“I rossoblù hanno vissuto un momento in cui la loro condizione fisica e mentale era ottimale. Poi, affrontando grandi compagini, hanno trovato enormi stimoli e motivazioni. E aggiungiamoci anche il fatto che le squadre top, spesso e volentieri, ti lasciano giocare molto di più rispetto alle provinciali. Se davanti a te hai il Lecce, ottima formazione che si è salvata in anticipo, le dinamiche di gioco, gli spazi che l’avversario ti concede e mille altre sfaccettature tattiche legate alla partita cambiano completamente.

Sicuramente il Cagliari ha cavalcato l’onda del suo momento migliore sul piano atletico e psicologico contro le big, e poi ha avuto una flessione: ci può anche stare, considerando che il vantaggio accumulato sul terzultimo posto era - ed è - piuttosto rilevante. Io dico e ribadisco che i sardi, anche se non sono ancora salvi aritmeticamente, alla fine si tireranno certamente fuori dalla mischia.”

Prima della trasferta di Milano Ranieri ha detto che quella era una partita “jolly”, che si poteva indifferentemente vincere o perdere senza procurare significativi scossoni alla classifica. Non è stato questo un messaggio sbagliato, che ha sortito l’unico effetto di demotivare e scaricare la squadra? Francamente le parole del mister sembrano mal conciliarsi con una mentalità vincente che dovrebbe sempre - in teoria - contraddistinguere una formazione di serie A…

“Io credo sia stata una mossa psicologica di Ranieri per far giocare i suoi calciatori a mente sgombra, rendendoli consapevoli dell’importanza della partita ma senza caricarli di responsabilità eccessive. Un modo, insomma, per allentare la tensione. Poi è vero che sono arrivati cinque gol, ma il calcio del resto è fatto di episodi. Prendiamo l’ultima Atalanta-Roma: i bergamaschi avrebbero meritato di vincere con uno scarto di reti ben maggiore, e invece per poco nel finale i giallorossi non pareggiavano la partita. A San Siro il Milan ha trovato il gol praticamente a ogni azione d’attacco, a differenza dell’Atalanta. A questo punto mi auguro che il fatto di ritrovarsi ancora invischiati nella lotta per la salvezza accenda di nuovo nei calciatori del Cagliari quel fuoco che avevano messo in mostra fino a qualche domenica fa, scendendo in campo col coltello tra i denti e ferocemente concentrati sull’obiettivo.”

Come vede la sfida-spartiacque contro il Sassuolo? Non crede che il Cagliari potrebbe cercare di approfittare dell’evidente fragilità difensiva degli emiliani, magari giocando la partita con un po’ più di coraggio e di determinazione rispetto a quanto fatto nelle ultime uscite, per chiudere definitivamente il discorso salvezza?

“In effetti il Sassuolo è una compagine che ha quasi sempre subito gol. Il Cagliari, a sua volta, una rete la segna sempre. Domenica i padroni di casa giocheranno per poter continuare a sperare, mentre i rossoblù per chiudere la pratica. La tranquillità mentale - e la consapevolezza di non essere all’ultima spiaggia - rende le cose più facili. Per cui mi dispiace per i tifosi del Sassuolo, ma io vedo un solo risultato possibile. E a quel punto per il Cagliari si spalancherebbero, anche per l’anno prossimo, le porte della serie A.”