22 dicembre 2016, Cagliari-Sassuolo 4-3: battaglia senza respiro, Farias uomo della notte
Esattamente nove anni fa, al Sant’Elia, il calcio smise di essere logica e diventò istinto, paura, orgoglio. Cagliari-Sassuolo non fu una semplice partita di campionato, ma quasi cento minuti di follia collettiva, una battaglia tra due squadre che guardavano il baratro da vicino e provavano a scappare aggrappandosi a tutto ciò che avevano. Il Cagliari di Massimo Rastelli arrivava con la panchina rovente e un Natale che rischiava di essere amarissimo. E invece, in una notte da cuori forti, trovò la reazione più inattesa. Si parte forte, con Sau che illude subito il Sant’Elia, ma il Sassuolo risponde colpo su colpo: Adjapong e Pellegrini ribaltano tutto, nonostante l’espulsione dello stesso Pellegrini nel primo tempo. Paradossalmente, con l’uomo in più, il Cagliari si smarrisce, mentre i neroverdi sfiorano più volte il colpo del ko.
Nella ripresa arriva anche il 3-1 su rigore di Acerbi, un macigno che sembra definitivo. Ma è lì che nasce la partita nella partita. È lì che Diego Farias si prende il Cagliari sulle spalle e scrive una delle notti più iconiche della storia recente rossoblù. Prima l’assist per il 2-3 firmato Borriello, poi il destro da fuori che, deviato da Terranova, vale il pareggio. Il Sant’Elia ribolle, la paura diventa speranza.
E quando la tensione è al massimo, quando sembra impossibile alzare ancora il volume dell’emozione, Farias decide che non basta. Recupero palla, controllo, destro chirurgico dal limite: 4-3. Il boato fa saltare definitivamente il tappo allo stadio. È l’apoteosi, è la liberazione di una piazza che in quel momento aveva disperatamente bisogno di respirare.
Il finale è ancora battaglia, con Consigli protagonista e l’ultimo assalto respinto. Poi il fischio finale, che mette fine a una notte surreale, segnata anche da episodi extra-campo, ma destinata a restare nella memoria collettiva. Nove anni dopo, Cagliari-Sassuolo 4-3 resta molto più di un risultato: è il simbolo di una squadra che rifiutò di arrendersi, di un uomo – Diego Farias – diventato re per una notte, e di una partita che dimostrò, ancora una volta, che il calcio sa essere crudele, folle e meravigliosamente imprevedibile.