L'impatto del Cagliari sull'isola: conservare la Serie A è un dovere. E adesso si alza l'asticella...

L'impatto del Cagliari sull'isola: conservare la Serie A è un dovere. E adesso si alza l'asticella...
giovedì 24 febbraio 2022, 23:35Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

Proiettare il Cagliari nel panorama calcistico italiano diventa difficile. La realtà rossoblù è differente rispetto alle altre. Rappresenta una Regione intera, al netto della rivalità concepita da decenni con Sassari. La formazione del Capoluogo è l’emblema e le sue vicende sportive sono seguite da tutti nell’isola. Fra l’altro proprio l’Olbia, come società satellite riconosciuta, contribuisce a cementare il legame grazie ad uno scambio continuo con giocatori che prevalentemente vanno a formarsi in Gallura o tornano per essere utili alla causa comune, vedi Altare, rivelatosi elemento utile e duttile anche nella massima serie. Per non parlare di un tecnico come Max Canzi, per anni stimato mister della Primavera rossoblù ed ora tecnico in pectore dell’Olbia.

Insomma, un rapporto consolidato tra nord e sud che non esclude tuttavia un futuro di collaborazione anche con la realtà sassarese, tanto lontana, ma anche vicina considerato che un giocatore come Zola ha vestito entrambe le casacche per poi tornare a Cagliari in veste di tecnico della prima squadra chiamato proprio dal patron Giulini in sostituzione di Zeman nella stagione 2014-‘15. Ed è per il fatto di essere l’emblema regionale che il Cagliari si deve caricare sulle spalle un fardello pesante, prototipo di colui il quale ha responsabilità insignite da una storia non recente, ma che deriva da tutta una serie di circostanze tali da doverla far primeggiare in ambito calcistico. Un po’ come è accaduto nell’hockey quando l’Amsicora mieteva successi conquistando scudetti e partecipando a competizioni internazionali. Ecco, magari il Cagliari non si affaccia più in ambito europeo dai primi anni di Cellino quando si confrontava in Coppa Uefa, però resta sempre la realtà nazionale con la quale è costantemente a confronto. Ed è per questo impatto regionale, con impatto mediatico importante, che la compagine di Mazzarri ha il dovere di conservare la categoria. Le prospettive positive ci sono tutte. Del resto il coinvolgimento di tutta la Sardegna nel seguire le vicende sportive è sinonimo di attaccamento ai colori. Contro il Napoli si è rivista una squadra determinata, schiava delle sue manchevolezze sotto rete. Sarebbero stati tre punti di platino e ci stavano tutti come del resto ha ammesso con onestà intellettuale il mister partenopeo Luciano Spalletti. Uno poco incline all’elogio degli avversari. Adesso l’asticella si alza, le prestazioni devono andar di pari passo con i risultati. In un contesto laddove si registrano scossoni dovuti ai colpi di coda delle pericolanti.