Momento del Cagliari surreale, ma non è tutto da buttare: c'è qualcosa su cui pianificare. Non solo Godin e Caceres, l'epurazione colpirà altri rossoblù. La mossa coraggiosa di Capozucca, la posizione di Mazzarri e il mercato...

“Ci vorrebbe un amico per poterti dimenticare”. Parole e musica di Antonello Venditti che calzano a pennello per il Cagliari attuale. Dimenticare Caceres e Godin e soprattutto quella brutta copia della squadra vista in questo girone ascendente. L’amico è colui che non si tira indietro in un momento di difficoltà nella vita per portare conforto e provare a dare “input” positivi. Non è facile. Riconoscere l’onestà intellettuale fra i tanti che si propongono in vista di un mercato come quello di gennaio dai contorni indefiniti. È surreale il momento rossoblù.
La catastrofe sportiva con l’Udinese ha fatto scattare molle inattese. Le accuse non più velate ad alcuni componenti l’attuale rosa da parte del Direttore Sportivo Capozucca hanno avuto effetti devastanti. Nessuno deve sentirsi escluso dalle accuse, anche pesanti, di poco attaccamento alla maglia. Non potrà esserci un colpo di spugna, ma un radicale cambio di rotta se non auspicabile è quantomeno doveroso nei confronti di una tifoseria provata e nel rispetto di una maglia che è comunque un’icona riconosciuta in tutta la Regione. Per ora Caceres e Godin hanno pagato per tutti, ma l’epurazione colpirà anche altri elementi, non necessariamente di spicco. La società ha lavorato in estate per creare un complesso con un peso tecnico importante. Poi però il progetto è naufragato.
La gara con la Juventus ha mostrato che non tutto è da buttare. Qualcosa su cui pianificare il futuro è rimasto. Almeno i giovani, vedi Bellanova, ma anche Carboni, hanno qualità ed entusiasmo che possono tornare utili in un futuro prossimo. Capozucca ha avuto il coraggio di esporsi pubblicamente difendendo a spada tratta l’allenatore e mettendo sotto accusa i giocatori. Una mossa tutt’altro che ovvia considerato che l’andazzo generale è quello di chiedere la testa del tecnico. Mazzarri ha indubbiamente le sue colpe, però un ennesimo cambio alla guida tecnica non risolverebbe il problema se non scatta la molla nella testa di coloro che scendono in campo. Economicamente parlando sarebbe un mezzo suicidio considerato che arriverebbe un terzo allenatore a libro paga dopo Semplici e Mazzarri.
Il patron Giulini sicuramente non darà mai il proprio benestare se non in presenza di una vertenza disperata, vedi la squadra in procinto di sfaldarsi in via definitiva e rischiare seriamente di retrocedere. La tempistica è dilatata, lo Spezia è ad un tiro di schioppo e vi sono 57 punti in palio. Il mercato di gennaio è dietro l’angolo e dovrà portare elementi non solo di discreta caratura tecnica, ma che abbiano anche una forza interiore tale farli entrare in sintonia con quelle che sono le esigenze. Lottare per salvaguardare la categoria necessita di appropriata abnegazione. Combattere su ogni pallone ed uscire dal campo senza una stilla di energia. Opzioni che alcuni componenti l’attuale rosa non sempre hanno dimostrato di possedere.