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Esposito (TuttoAtalanta): "La Dea dovrà fare attenzione alla ritrovata fiducia dei rossoblù"

Esposito (TuttoAtalanta): "La Dea dovrà fare attenzione alla ritrovata fiducia dei rossoblù"
Oggi alle 18:00Interviste
di Giancarlo Cornacchia

Alla vigilia della gara di domani tra Atalanta e Cagliari, abbiamo avuto il piacere di sentire ai nostri microfoni la collega Claudia Esposito della Redazione di TuttoAtalanta.net: 

Dopo lo sforzo profuso in Champions come arriva l'Atalanta alla gara contro il Cagliari?

"Con grande entusiasmo e fiducia, soprattutto dopo la vittoria in Champions contro il Chelsea. Quella partita ha dimostrato quanto la squadra sia cresciuta, sia a livello tecnico che mentale, e ha riportato convinzione e motivazione tra i giocatori. Peccato per l’infortunio di Bellanova rimediato nella partita con il Chelsea: dovrà stare fuori circa 7/8 partite, quindi per un mesetto, ma Palladino ha comunque diverse alternative tra cui scegliere. L’Atalanta sarà quindi motivata, determinata e con la testa giusta per confermare il momento positivo e continuare a mostrare la propria forza, sia in termini di qualità tecnica che di mentalità. Dopo la vittoria con il Chelsea, Palladino aveva promesso anche un premio alla squadra in caso di vittoria contro il Cagliari, quindi c’è anche una spinta in più a fare bene".

In difficoltà contro l'ultima in classifica, ma prestazione sontuosa contro i campioni del Mondo: qual è il tuo parere in relazione a questa sorta di bipolarità della squadra?

"Il diverso rendimento dell’Atalanta tra Champions e campionato per me è una questione di mentalità. Prima della partita europea, l’Atalanta era reduce da una brutta sconfitta con Verona, ultimo in classifica. Un’Atalanta irriconoscibile sia sul piano della prestazione che dell’atteggiamento. Tre giorni dopo ha vinto in rimonta contro i campioni del Mondo. Parte di questa difficoltà deriva dall’inizio complicato di campionato e da una sorta di svuotamento dopo i successi degli anni precedenti. Probabilmente è stato difficile trovare motivazioni e i giocatori hanno avuto bisogno di qualcuno che li aiutasse a ritrovarle. Il problema era più mentale che fisico: la squadra appariva lenta, arrivava sempre un attimo dopo su tutte le palle. Quando non ci sei con la testa, anche le gambe non vanno. La rosa dell’Atalanta è eccellente, tutti i giocatori potrebbero essere titolari in altre squadre di Serie A, quindi il problema non è fisico o di qualità. In campionato, a differenza della Champions, le motivazioni non si trovano da sole e il livello quest’anno è altissimo. L’Atalanta, inoltre, ha incontrato soprattutto squadre di media e bassa classifica, che si chiudono e rendono difficile proporre il proprio gioco. Con le squadre di livello più alto, invece, ha sempre saputo giocarsela bene".

Come valuti l'impatto di Palladino dal suo arrivo?

"Palladino ha portato principalmente fiducia e motivazioni alla squadra. I giocatori avevano bisogno di sentire fiducia e lui è riuscito a dargliela, come hanno confermato più volte gli stessi ragazzi. È un allenatore molto empatico: in campo li abbraccia, li coccola e fa sentire tutti importanti, anche chi gioca meno, facendoli sentire parte del gruppo e riportando le giuste motivazioni. Purtroppo finora ha potuto lavorare poco sulla squadra, perché con gli impegni ravvicinati, praticamente due partite a settimana da quando è arrivato, era difficile trasmettere pienamente i suoi principi. Ora il calendario gli permetterà di lavorare meglio con il gruppo e far assimilare alla squadra le sue idee di gioco".

Cosa non è andato con Juric?

"Non è in discussione la professionalità di Juric e non sono in grado di giudicare se fosse pronto o meno per una squadra come l’Atalanta. Dalla mia impressione, il suo problema principale è stata la mancanza di empatia con la squadra. Non è riuscito a creare un vero gruppo, a mantenere la fiducia dei giocatori e a trasmettere motivazioni costanti. Va considerato anche il contesto: arrivare dopo il ciclo di grandi successi di Gasperini non era semplice per nessuno. Fin dal primo giorno è stato inevitabilmente messo a confronto con il suo predecessore e probabilmente lui stesso non ha mai sentito pienamente la fiducia dell’ambiente, cosa che rende molto più difficile lavorare. Alla fine la scelta di cambiare allenatore è stata fatta per il bene dell’Atalanta".

Cosa dovrebbe temere l'Atalanta del Cagliari e viceversa?

"Il Cagliari deve aspettarsi un’Atalanta con grande voglia di rivalsa. Dopo la sconfitta contro il Verona, la squadra nerazzurra ha una motivazione enorme per dimostrare di essere quella vista in Champions contro il Chelsea. A livello di singoli, con Palladino De Ketelaere ha trovato il suo ruolo ideale come trequartista. Sempre presente nella costruzione e pronto a finalizzare è diventato un punto di riferimento imprescindibile. Un leader. Scamacca ha ritrovato la condizione dopo gli infortuni e per me è il pericolo numero uno: gioca per la squadra, ma può diventare davvero pericoloso in qualsiasi occasione. L’aspetto mentale sarà probabilmente la chiave della partita: l’Atalanta ha fame, determinazione e giocatori in fiducia e sarà difficile fermarla se entrerà in partita con la testa giusta, anche perché se si vuole risalire in classifica e puntare ancora a qualcosa d’importante, non le è concesso altro tempo. Le altre davanti corrono. Dall’altro lato, l’Atalanta dovrà fare attenzione alla fiducia ritrovata del Cagliari. Dopo una serie di risultati negativi, la vittoria contro la Roma ha dato morale e sicurezza, rendendo la squadra più pericolosa e convinta delle proprie qualità. A livello di singoli, a me piace Sebastiano Esposito (anche per simpatia, avendo lo stesso cognome, ndr): difficile da fermare, non dà punti di riferimento, ha trovato continuità e nella partita con la Roma è stato impeccabile tra gol, assist, passaggi e recuperi. Poi c’è Marco Palestra, con il numero più alto di assist nel Cagliari e contributi decisivi in fase offensiva, che da ex avrà voglia di dimostrare alla società nerazzurra tutto il suo valore".