Festa: "Il Cagliari per me è tutto. Barella vale almeno 80-90 milioni"

Festa: "Il Cagliari per me è tutto. Barella vale almeno 80-90 milioni"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 13:30News
di Paola Pascalis

Gianluca Festa, doppio ex della sfida tra Cagliari e Inter, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Di seguito alcuni passaggi: "Cos’è il Cagliari per me? Tutto. Sarò scontato, ma è così. Giocavo in una squadretta del paese, mi presentai al provino coi rossoblù come punta perché segnavo parecchi di gol. ‘Vai in difesa’, mi dissero. Da lì ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. Ho debuttato in B a 17 anni contro il Modena: era il 1987. Una vita fa. Ho collezionato quasi 200 presenze e vissuto tre promozioni: una dalla C1 alla B, due dalla B alla Serie A". 

I suoi mentori?

"Claudio Ranieri. Avremmo scalato una montagna per lui. Uscivamo a cena insieme a lui e al suo staff, poi ci lasciava liberi di divertirci e di coinvolgere anche i magazzinieri. Facevamo un po’ di casino, ma in partita eravamo pronti a tutto. A lui bastava dirci ‘Dilly-ding dilly-dong’". 

E Carlo Mazzone, invece? 

"Ci conquistava con le sue battute. L’ho avuto anche alla Roma, annata 1993-94. Quando vincevamo ci regalava le scarpette da calcio. È stato un secondo padre". 

Inter, estate ’93: come mai scelse i nerazzurri? 

"Per Matteoli, un fratello. Mi volevano anche Lazio e Juve, ma Gianfranco mi ha sempre parlato bene di Milano e di San Siro. Ricordo ancora il colloquio con Ernesto Pellegrini, il presidente: ero timido e impacciato, non dissi mezza parola. Quando uscii dall’ufficio avevo una fase assurda. Firmai il contratto coi crampi allo stomaco. Giocavo ancora nel Cagliari quando siglai l’accordo: i successivi furono i sei mesi migliori della mia carriera". 

A Cagliari, da allenatore, ha lanciato Nicolò Barella. Correva l'anno 2015, dieci anni fa.

"Ricordo un ragazzo con un’arroganza positiva. Sicuro nei propri mezzi, intelligente. Correva da tutte le parti. Gli regalai le prime partite in Serie A nell’anno della retrocessione, dove ho ancora il rimpianto di non essere arrivato prima. Qualche mese dopo lo incontrai in aeroporto. Io allenavo il Como, lui non giocava a Cagliari. Gli chiesi di venire da noi. Tempo una settimana ed era al Sinigaglia, in Serie B. Giocò quasi tutte le partite". 

Un aneddoto che la lega a lui? 

"A Como dovevo... limitarlo: pressava in ogni momento, non si fermava mai. Neanche nella rifinitura. Gli dicevo di stare calmo. Inoltre, in allenamento, andava a recuperare i palloni usciti dal campo. Era una trottola, ma è rimasto il ragazzo di sempre: coi prezzi che ci sono oggi uno così vale almeno 80-90 milioni. Ma ha giurato fedeltà all’Inter"

Come finisce Cagliari-Inter? 

"I nerazzurri sono più forti. Se devo scegliere un rossoblù dico Mina. Mi fa impazzire. Mi piace il derby gli Esposito, poi: una bella storia di vita con la famiglia al centro".