Juan Rodríguez: “Cagliari città bellissima, molti uruguaiani sono passati qua. In Italia si lavora tantissimo dal punto di vista tattico”
Juan Rodríguez sta vivendo i suoi primi mesi in Italia con emozione, crescita e grande ambizione. Il giovane difensore del Cagliari ha raccontato le sensazioni del suo esordio e l’impatto con il calcio italiano durante un’intervista a La Mañana del Fútbol su El Espectador Deportes.
Il debutto è arrivato in uno scenario tutt’altro che banale: contro il Napoli in Coppa Italia.
«Non mi aspettavo di esordire proprio contro il Napoli – ha ammesso Rodríguez –. Entrare allo stadio e vedere la statua di Maradona è stato qualcosa di incredibile. Nel tunnel Mathías Olivera mi è venuto incontro per salutarmi, è stato un momento speciale».
Il difensore uruguaiano ha poi speso parole importanti anche per la sua nuova città:
«Cagliari è un posto impressionante, una città davvero bellissima. Molti uruguaiani hanno lasciato il segno qui: Fabián O'Neill, Tabárez, Francescoli, López, Nández, gli uruguaiani vengono accolti in maniera straordinaria», ha raccontato, sottolineando il buon ambientamento dentro e fuori dal campo.
Sul fronte Nazionale, Rodríguez mantiene i piedi per terra ma non nasconde il sogno:
«Nessuno della Selección si è ancora messo in contatto con me, ma il sogno e l’illusione di indossare la maglia del mio Paese ci sono sempre».
Guardando al passato recente, il giocatore ha parlato anche della sua esperienza al Peñarol:
«Quando sono tornato al Peñarol avevo il sogno di giocare in Prima Squadra. Poi, visto che i risultati non arrivavano, l’allenatore ha dovuto intervenire ed è normale. Il Peñarol viene prima di tutto».
Parole di grande stima, infine, per il compagno Nahuel Herrera:
«Si merita tutto quello che gli è successo quest’anno. È il frutto del lavoro fatto per tanti anni nelle giovanili e ora anche in Prima Squadra».
Dal punto di vista personale, Rodríguez è consapevole di dover crescere ancora, soprattutto sul piano fisico:
«Sto cercando di migliorare la condizione, perché sono ancora indietro rispetto ai miei compagni e devo mettermi al loro livello. In Italia si lavora tantissimo dal punto di vista tattico. Giocare con tre difensori centrali mi si addice. È una situazione molto variabile e dipende anche da cosa vuole l'allenatore e da come schiera la squadra. All'inizio è stato difficile, ma mi sono adattato».
Le sue dichiarazioni apprese e tradotte da tuttocagliari.net