Vittorio Sanna: "È meglio evitare di guardare gli annali del Cagliari, rischiamo di illuderci"

Nel suo "Commento a Caldo" per Galleria Progetti, il giornalista Vittorio Sanna ha analizzato il successo del Cagliari sul campo del Lecce, sottolineando come la vittoria rappresenti un passo importante nel percorso di crescita della squadra di Fabio Pisacane.
"È meglio evitare di andare a guardare gli annali, perché rischiamo di illuderci troppo facilmente. Questa squadra ha invece una grande qualità: l'umiltà. Un'umiltà che non deve assolutamente portare a pensare di aver già risolto tutto, di aver già ottenuto il massimo, di essere molto più forte di quello che realmente è. È una squadra che deve avere la coscienza del fatto che si cresce allenamento dopo allenamento, settimana dopo settimana, senza guardare al passato o cercare paragoni con gli altri. L'unico paragone utile è con se stessi, con ciò che si era il giorno prima. Se andiamo a vedere gli annali – e questo ce lo possiamo concedere soltanto tra noi tifosi per goderci questa vittoria – scopriamo che, da quando esiste la classifica a tre punti, il Cagliari non aveva mai ottenuto sette punti nelle prime quattro giornate. Per trovare un avvio migliore dobbiamo tornare addirittura al campionato 1970-71, con lo scudetto ancora sul petto: tre vittorie e un pareggio. Bene, cancelliamo tutto questo: ce lo teniamo dentro come soddisfazione e come carica emotiva, ma sapendo che il percorso è lungo, che il sogno non si realizza già alla prossima partita, né si è realizzato con la vittoria di Lecce.
La vittoria di Lecce è un ulteriore passo in un cammino di crescita. Un cammino che deve portare questa squadra ad acquisire sempre più personalità, con l'obiettivo di arrivare ogni volta al massimo delle proprie potenzialità, senza mai pensare che ci sia un punto d'arrivo. Il punto d’arrivo è crescere sempre. Poi, un giorno, si potrà scoprire di aver ottenuto molto più di quanto gli altri si aspettassero. In cosa è cresciuto il Cagliari? Intanto alcuni difetti si sono visti subito, ad esempio sulla corsia di destra, nel contenimento di Sottil. Pisacane se n'è accorto immediatamente: dopo appena un minuto e mezzo era già in piedi a consultarsi con il suo vice per rimediare al primo dribbling subito da Palestra, che ha portato al calcio di punizione da cui è nato il gol. Quella è stata la prima sbavatura, la prima ricerca di equilibrio, la necessità di una contromisura immediata. Non si è fatto in tempo ed è arrivato il vantaggio del Lecce, che avrebbe potuto indirizzare la gara come un anno fa, quando il Cagliari subiva il gol e non riusciva più a reagire. Ma questo Cagliari non è quello dell'anno scorso: ha incassato il gol, ha sofferto ancora per le iniziative di Sottil e Pierotti sulle fasce, ma ha trovato le contromisure e ha iniziato a inseguire il risultato. Lo ha fatto costruendo tante occasioni, sulle quali è salito in cattedra Falcone, il portiere del Lecce, che sembrava voler negare in tutti i modi la possibilità del pareggio. Esposito è stato sfortunatissimo con due conclusioni, ma Pisacane lo ha coccolato subito, a fine partita, rassicurandolo che il gol arriverà.
Il gol è arrivato per Belotti, servito da due giocatori che inizialmente erano stati in difficoltà difensiva: Palestra a destra e Folorunsho a sinistra. Proprio loro hanno confezionato l'azione che ha permesso al "Gallo" di sbloccarsi. E Belotti ha poi completato l’opera nel secondo tempo, grazie ancora una volta ai cambi di Pisacane e al rigore procurato da Felici, che il bomber ha trasformato realizzando la doppietta che gli mancava da tempo. Il suo sorriso ritrovato è il simbolo di questa partita: la felicità di un attaccante che può diventare fondamentale, sommata allo spirito di squadra che questo Cagliari sta dimostrando. Una squadra che sa aiutarsi nei momenti di difficoltà, che raddoppia la marcatura per sostenere il compagno in difficoltà, che trova sempre il modo di non lasciare nessuno da solo di fronte all'avversario. Ancora una volta, più che i singoli, è stato il gruppo a fare la differenza. La vittoria di Lecce dice tanto: regala emozioni, consapevolezza, ma anche la necessità di non perdere mai la dedizione. Non si può pensare di essere già una grande squadra, né paragonarsi a chi è troppo avanti. L'obiettivo è crescere ogni giorno, passo dopo passo. Questo è lo spirito che ci piace, lo spirito giusto. E quando c'è lo spirito giusto e arrivano anche i risultati, cosa c'è di meglio? Godiamoci questo grande momento, ma con la consapevolezza che bisogna continuare a lavorare senza illudersi e senza cambiare atteggiamento. Sostenendo la squadra anche quando i risultati saranno meno positivi".