Boi (Il Tirreno): "Il Cagliari opera come Atalanta e Udinese, non più da zona destra della classifica"

Boi (Il Tirreno): "Il Cagliari opera come Atalanta e Udinese, non più da zona destra della classifica"
Oggi alle 13:15Primo piano
di Giorgia Zuddas

Il giornalista Giuseppe Boi, attraverso il suo canale YouTube, ha analizzato la sessione estiva del Cagliari, definendola sorprendente per la capacità del club di coniugare plusvalenze importanti e investimenti mirati. Un estratto del suo discorso, sintetizzato dalla redazione di TuttoCagliari.net:

"Se hai già Caprile, Mina, Luperto e Gaetano, e aggiungi Esposito, Folorunsho, Kılıçsoy e Belotti, hai fatto un calciomercato da 7. Perché è vero, le cessioni di pezzi come Piccoli e Zortea sono state dolorosissime, ma hanno garantito quelle plusvalenze necessarie per un miglioramento generale della rosa, secondo una logica tipica di alcuni club, presa a modello tanto dai tifosi quanto dagli addetti ai lavori. La sessione estiva 2025-2026 del calciomercato del Cagliari è stata spiazzante. Ha sorpreso anche i tifosi, abituati sia a sognare colpi che poi non arrivano, sia - ancor peggio - a conferme di giocatori che finiscono per scontrarsi con la realtà dei fatti. Ma ha spiazzato anche i competitor del Cagliari, anche loro abituati a trattative infinite e complicatissime per cedere un proprio giocatore alla Sardegna, ma anche ad arrivare qui e dettare modalità e prezzo per acquistare un calciatore rossoblù.

Tutto questo è il risultato della rinnovata serenità economica del Cagliari Calcio, non più alle prese con bilanci bloccati e indice di liquidità. Un grande grazie, va sottolineato, va dato a Nereo Bonato che, nei suoi due anni e mezzo di lavoro, ha posto le basi per potersi muovere in questa maniera. Così Angelozzi ha potuto operare sul mercato seguendo logiche più simili a quelle del Bologna, dell'Udinese o dell'Atalanta, piuttosto che a quelle tipiche del Cagliari o delle squadre della parte destra della classifica. Lo si è capito subito, fin dalle prime mosse di mercato, da quei 30 milioni di euro sborsati per pagare i riscatti di Piccoli, Adopo, Caprile e Gaetano. Riscatti che per molti erano impossibili, ma che erano una logica conseguenza di una situazione win-win: sia perché è bastato vendere il solo Piccoli per ripagare l’intero pacchetto, sia perché erano sostenibili per un bilancio che non era affatto in affanno. Stessa logica si è poi seguita con i giocatori in scadenza. Addio ai sentimentalismi, come sarebbe potuto avvenire nel caso di Viola. Attenzione anche dal punto di vista tecnico: è vero che la cessione di Augello è pesante, mancano sei assist rispetto all’anno scorso, ma quali erano le prospettive di sviluppo e di crescita di quel tipo di giocatore? Quanto un investimento importante, un triennale ad esempio, avrebbe poi portato utili nelle casse del Cagliari? Dubbi che hanno portato a scelte drastiche, difficili, ma coerenti con una logica di mercato ben precisa. Non solo cessioni, ma anche arrivi, tutti secondo una modalità già sperimentata nel calciomercato precedente: quella del prestito con diritto di riscatto, per poter valutare il giocatore sul campo e poi eventualmente investirci in futuro a un prezzo già concordato. Sono arrivati al termine di trattative spesso lunghe e complesse, quasi delle telenovelas, ma alla fine si sono chiuse alle condizioni volute dal Cagliari.

È il caso di Folorunsho, centrocampista che potrebbe essere una delle chiavi della mediana rossoblù in questa stagione. È arrivato così anche Mazzitelli, altro nome importante per le rotazioni di centrocampo. E sono arrivati così anche Kılıçsoy ed Esposito, giocatori che possono far fare il salto di qualità alla squadra già da quest’anno e che rappresentano, soprattutto, un investimento per il futuro: i possibili nuovi Piccoli e Zortea".