ESCLUSIVA TC - ALDO FIRICANO: "Cagliari, se vuoi alzare l'asticella in estate sarà necessario un robusto restyling del reparto offensivo. Le risorse economiche sono limitate? Sì, ma rispetto ai miei tempi c'è più varietà di scelta sul mercato"

Il suo era decisamente un altro Cagliari. Nato sempre per soffrire, per strappare l’accesso alla serie A (peraltro stellare) dell’epoca e poi per mantenere la categoria, ma cresciuto a suon di vittorie e di imprese su tutti i campi fino a conquistare l’Europa e - quasi - a sollevare il secondo massimo trofeo continentale: la Coppa Uefa.
La storia di Aldo Firicano, libero e capitano coraggioso del grande Cagliari prima di Ranieri e poi di Mazzone e di Bruno Giorgi, oggi difficilmente può essere “aggiornata” con nuovi, entusiasmanti capitoli da società e staff tecnico attuali. Ma resta il fatto che l’ambizione di vivere nuovamente campionati elettrizzanti - interpretati da protagonisti e non da comparse - non può e non deve essere accantonata dai tifosi isolani. Firicano, ai microfoni di Tuttocagliari.net, traccia le linee guida per rinverdire un passato lontano e luminoso che, ormai, i supporter rossoblù sembrano vivere con assuefatta malinconia…
Aldo, la stagione del Cagliari di Davide Nicola è agli sgoccioli. Che bilancio si può azzardare a tre giornate dalla fine del campionato?
“Beh, prima di parlare di bilanci e di fare valutazioni generali io aspetterei il raggiungimento matematico della salvezza. Oggi l’obiettivo non è ufficialmente ancora stato centrato, anche se la squadra è molto vicina a condurre la barca in porto. Una volta confermata la categoria si potranno dare dei giudizi che dovranno tenere conto delle potenzialità tecniche della rosa rossoblù in relazione a quelle delle dirette concorrenti. E anche del fatto che, quest’anno, la quota salvezza non è stata - per così dire - altissima. In base a tutte queste considerazioni la società deciderà se archiviare la stagione come positiva o negativa.”
Alla luce delle prestazioni fornite da Luperto e compagni - e dando per scontata la permanenza in serie A - dove e come sarebbe opportuno puntellare l’organico nel corso del mercato estivo? Già oggi possiamo constatare che la squadra ha subito parecchie reti - soprattutto da calcio da fermo - e che, per contro, ne ha segnate molto poche…
“In effetti balza chiaramente all’occhio che in fase offensiva è mancato un attaccante continuo e performante sia sotto il profilo delle prestazioni che dal punto di vista realizzativo. Questa mi è sembrata la lacuna più evidente. Certo, in difesa sono stati fatti diversi errori, ma a mio parere se l’obiettivo è quello di potenziare la squadra la priorità dovrà essere quella di intervenire pesantemente sul mercato per arricchire il reparto avanzato. Sistemare le cose in fase difensiva è forse un po’ più facile, mentre per navigare in zone più nobili - o comunque più tranquille - della classifica è fondamentale poter fare affidamento su degli attaccanti in grado di risolvere le partite e di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà. Nell’ultima gara con l’Udinese il Cagliari, specie nel secondo tempo, ha creato davvero poco o nulla: la partita è scivolata via senza sussulti e i friulani l’hanno portata a casa con relativa facilità. Ecco perché dico che, se l’intento è quello di alzare l’asticella, bisognerà partire da un robusto restyling del reparto offensivo.”
Aldo, lei ha vissuto un’epoca in cui il Cagliari sapeva ancora incendiare i cuori dei tifosi. E certi sogni erano tutt’altro che vietati. Ecco, oggi cosa manca per tornare a quei fasti che non necessariamente devono coincidere con un piazzamento in Europa League, ma che possono consistere anche semplicemente nella consapevolezza di potersela giocare - quasi - alla pari con qualsiasi avversario?
“Il discorso è sempre legato alla gestione della campagna acquisti. Bisognerebbe prendere qualche elemento già affermato - o comunque già esperto - anziché puntare sempre sulla valorizzazione di giovani sconosciuti. Per alzare il livello devi cercare calciatori più o meno ‘fatti’ che abbiano un certo spessore tecnico e caratteriale. Solo così ci si potrebbe avvicinare a quelle squadre che abitualmente si contendono i piazzamenti europei. Chiaramente non è facile: occorre spendere qualcosa in più. E i paragoni col passato ormai è molto complicato farli… C’è da dire che alla nostra squadra fu aggregato un certo Enzo Francescoli che, all’epoca, per conto mio era uno dei quattro-cinque giocatori più forti al mondo. Oggi un simile acquisto non sarebbe possibile. Ma c’è poco da fare: per crescere devi ingaggiare uomini di sicuro talento che siano in grado di far fare a tutta la squadra un salto di qualità. Le risorse economiche sono limitate? Certo, concordo. Ma c’è anche da dire che nel calcio attuale, rispetto a quello di trent’anni fa, c’è molta più possibilità di andare a pescare prospetti validi e interessanti in giro per il mondo. Insomma, la scelta è decisamente più ampia e vasta.”