ESCLUSIVA TC - ANTONIO LANGELLA: "Latita il contributo degli attaccanti. Ma il problema è che il Cagliari si sveglia solo dopo aver incassato il gol: questo atteggiamento sta costando caro. Le potenzialità sono ottime: la squadra deve ritrovarsi"

ESCLUSIVA TC - ANTONIO LANGELLA: "Latita il contributo degli attaccanti. Ma il problema è che il Cagliari si sveglia solo dopo aver incassato il gol: questo atteggiamento sta costando caro. Le potenzialità sono ottime: la squadra deve ritrovarsi"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano
lunedì 12 febbraio 2024, 16:37Primo piano
di Matteo Bordiga

In questo momento ci sarebbe quantomai bisogno delle sue fughe in velocità. Delle sue galoppate a campo aperto che bruciavano l’erba e devastavano le retroguardie avversarie, creando i presupposti per mandare in gol lui o qualche compagno dell’attacco.

Un giocatore come Antonio Langella sarebbe grasso che cola per il Cagliari di Claudio Ranieri: una freccia da lanciare in contropiede in quelle partite in cui si attende l’avversario dietro la linea della palla e poi si riparte con le verticalizzazioni in profondità. Il tecnico di Testaccio, Luvumbo a parte, non dispone di un’arma di questo tipo, che avrebbe contribuito ad aumentare esponenzialmente la pericolosità dei rossoblù soprattutto in alcune gare disputate in trasferta.

Circa la situazione attuale della formazione isolana, Langella individua il problema principale nello scarso apporto realizzativo che stanno fornendo gli attaccanti, e più in generale nella sterilità di una squadra che, da parecchio tempo a questa parte, segna col contagocce.

Antonio, domanda secca: quali sono le principali criticità dell’undici di Ranieri e come si può intervenire per correggerle? Per fortuna la classifica sembra ancora “aspettare” i rossoblù, ma Dossena e compagni stanno scherzando col fuoco…

“Guardando alle ultime partite, io dico che stanno mancando i gol degli attaccanti. Si segna pochissimo e si va spesso in sofferenza. Inoltre la serie di sconfitte consecutive ha sicuramente inciso sulla testa dei giocatori, contribuendo ad alimentare paure e incertezze. Anche sabato contro la Lazio il reparto offensivo ha incontrato non poche difficoltà. Alla fine è vero, le dirette concorrenti sono tutte lì in una manciata di punti: come non muove la classifica il Cagliari, non la muovono neanche le altre.”

Qual è secondo lei la ragione di questa sterilità offensiva? Fermo restando che molto spesso la strategia adottata da Ranieri consiste nell’aspettare l’avversario a oltranza e nel cercare il colpo vincente di rimessa, limitando notevolmente il numero di elementi a vocazione offensiva in campo…

“In certe partite il Cagliari è stato anche sfortunato, ma il problema è che la squadra sembra reagire solo dopo che ha incassato il gol. Può andare bene una volta, magari la seconda volta ti salvi al 95’… Ma non si può pensare di raddrizzare sempre le partite alla fine. Purtroppo i rossoblù non attaccano se non vengono prima attaccati. E questo atteggiamento sta costando caro.”

Atteggiamento che, per l’appunto, chiama in causa anche la gestione tecnica dell’allenatore, il quale ieri avrebbe rassegnato le dimissioni, poi respinte dai giocatori.

“Probabilmente il mister in questo modo ha voluto dare una scossa al gruppo e a tutto l’ambiente. Perché la questione di fondo potrebbe essere un blocco psicologico che da qualche settimana sta condizionando e frenando la squadra. Si sono sommate anche varie circostanze negative: a inizio stagione è venuto a mancare Lapadula, il bomber principe della precedente annata, e per questo è stato preso Petagna. Ora sembra che con Gaetano qualcosa stia iniziando a cambiare: l’ex partenopeo è un elemento di qualità e abile nel legare il gioco. Però anche la partita con la Lazio ha evidenziato le solite lacune. Ora ci sarà questo scontro diretto cruciale con l’Udinese che, se non si dovesse proprio riuscire a vincere, sarà fondamentale non perdere.”

Antonio, parliamoci chiaro: questo Cagliari tecnicamente è all’altezza della massima categoria o, in tutta franchezza, non ha i presupposti per giocare in serie A?

“Ma no, a mio avviso la squadra ha un grande potenziale. Per la maggior parte è costituita dagli stessi giocatori dell’anno scorso che hanno centrato il miracolo a Bari. Se poi andiamo ad analizzare le dirette concorrenti, io trovo che ci siano tante formazioni meno qualitative di quella rossoblù. Il Cagliari non merita certamente la serie B: sta attraversando un periodo particolarmente negativo che, ahimè, può essere messo in preventivo nell’arco di un campionato.”