ESCLUSIVA TC - GIANLUCA FESTA: "Il Cagliari è quasi giunto alla meta, ma sarebbe meglio salvarsi per meriti propri che non per le disgrazie altrui. Diciannove sconfitte sono troppe. In estate interverrei pesantemente sul mercato in ogni reparto"

E siamo a quota diciannove. Sono le sconfitte rimediate dal Cagliari nel corso della stagione (nove all’Unipol Domus e dieci in trasferta): questi numeri impietosi raccontano, meglio di qualunque altra considerazione, gli affanni e le sofferenze continue di un’annata da dimenticare. Un’annata che, oltre ad aver riservato ai tifosi rossoblù un calcio balbettante e spesso anacronistico, li ha progressivamente assuefatti al sapore amaro della disfatta.
Gianluca Festa, ex difensore che con la maglia del Cagliari ha vissuto stagioni – ed emozioni – ben diverse, ai microfoni di Tuttocagliari.net definisce quella di Como una partita “brutta e condita da tanti, troppi errori. La sensazione è che quest’anno la salvezza, se arriverà, sarà da attribuire maggiormente alle disgrazie altrui che ai nostri meriti”.
Gianluca, che si giochi all’Unipol Domus o lontano dalle mura amiche la musica non cambia: le prestazioni sono – quasi – sempre sconfortanti e il risultato è scritto: zero punti. Che considerazioni si possono fare a margine del netto 3-1 subito in quel di Como?
“Si è trattato di una sconfitta – l’ennesima – bruciante. La squadra avrebbe dovuto fare di tutto per mettere finalmente in cassaforte la salvezza. Palomino e compagni sono scesi in campo molto bassi, cercando di sorprendere il Como con delle ripartenze. Non ci sono riusciti quasi mai. I lariani si sono dimostrati superiori dal punto di vista del palleggio e della costruzione della manovra, ma noi avremmo potuto fare molto di più.”
La squadra è anche riuscita a costruire qualche azione da rete, ma la difesa ha ballato perfino più del solito: sia il primo che il terzo gol del Como sono quantomeno rivedibili.
“Sì, abbiamo preso due reti molto brutte. In situazioni di palla scoperta la difesa dovrebbe subito scappare all’indietro. Abbiamo reso la vita fin troppo facile ai nostri avversari. L’assenza dei due centrali titolari, Mina e Luperto, si è decisamente fatta sentire.”
Che bilancio si può azzardare di una stagione segnata da così tante difficoltà e soprattutto, da così tanti capitomboli?
“Beh, a mio parere il Cagliari è ormai virtualmente salvo, quindi l’obiettivo richiesto all’allenatore a inizio stagione è stato raggiunto. Ma sarebbe meglio - molto meglio - salvarsi per meriti propri che non per demeriti altrui. I tifosi, d’altra parte, chiedono a gran voce qualcosa in più. Parliamoci chiaro: diciannove sconfitte sono tante. E sono pesanti.”
In più il gioco non è mai decollato. Anzi, i sostenitori rossoblù spesso hanno rischiato di addormentarsi allo stadio o davanti alla tv… Lei per la prossima stagione, dando per scontata la permanenza in serie A, riconfermerebbe Davide Nicola in panchina e che tipo di giocatori cercherebbe sul mercato per potenziare la rosa?
“Mah, io darei fiducia al mister, che è una persona seria e competente. Partendo dal presupposto che urge rinforzare la squadra in tutti i reparti: dalla difesa all’attacco. Piccoli ha disputato un buon campionato, segnando nove reti e riuscendo spesso a tenere in apprensione – praticamente da solo – le retroguardie avversarie. Io lo riscatterei e ripartirei da lui, oltre che da Luvumbo e da Caprile. A proposito dell’angolano, la speranza è che riesca finalmente a trovare continuità di rendimento. Ha degli ottimi strappi e tutte le potenzialità per diventare un punto di riferimento del reparto avanzato, ma deve essere più concreto e costante nelle prestazioni e, cosa non di secondaria importanza, deve migliorare molto nella lettura di certe situazioni che si vengono a creare nel corso delle partite. A volte sembra giocare più per sé che per la squadra.
Al di là delle riconferme, interverrei pesantemente sul mercato per puntellare il reparto difensivo. E anche a centrocampo sarebbe fondamentale ingaggiare elementi di qualità che sappiano dare ordine e fosforo alla manovra. Inoltre c’è più di qualche giocatore che oramai è piuttosto avanti con gli anni e che andrà giocoforza rimpiazzato. Personalmente cercherei di creare un mix di giovani talentuosi e affamati e di ‘anziani’ – esperti, non bolliti – in grado di trascinare i compagni. Di fungere da collante all’interno del gruppo.”