UN MIRTO CON... NICOLÒ NAPOLI: "La scommessa-Pisacane? Potrebbe essere un azzardo, ma calcolato. Ora Fabio dovrà dimostrarsi all'altezza della situazione. Avere quasi la stessa età dei giocatori per un tecnico può rivelarsi controproducente"

Nicolò Napoli, storico e granitico difensore del Cagliari targato anni ’90, protagonista con la maglia rossoblù sui campi di tutta Italia (e anche d’Europa, nella magica cavalcata-Uefa della stagione 1993-’94), ai microfoni di Tuttocagliari.net analizza il presente del club isolano e mostra qualche dubbio sulla scelta di Giulini di promuovere il debuttante Fabio Pisacane al ruolo di tecnico della prima squadra.
Nicolò, come giudica la decisione della società di affidare una panchina così delicata come quella del Cagliari a un allenatore certamente promettente ma del tutto privo di esperienza in serie A?
“Beh, potrebbe essere stato un azzardo, anche se almeno parzialmente calcolato. Pisacane ha allenato per due anni la Primavera rossoblù e, pertanto, conosce già bene alcuni giocatori. Però secondo me i rischi di andare incontro a un’annata non proprio soddisfacente ci sono. Fabio ha avuto la grande occasione di passare dalla gestione dei giovani talenti alla guida della prima squadra che milita in serie A, dunque anche per lui è giunto il momento di migliorarsi e di dimostrare di essere all’altezza della situazione. Anche perché il pubblico sardo vuole che il Cagliari giochi bene e in maniera convincente, ottenendo al contempo dei buoni risultati. E la differenza tra la Primavera e la serie A - ma anche la serie B - è abissale.”
In base alla sua lunga esperienza di calciatore e anche di tecnico, per i giocatori avere un allenatore praticamente della loro stessa età o quasi - come nel caso di Pisacane - potrebbe essere un vantaggio o uno svantaggio?
“Non saprei. Una certa componente di rischio c’è, nel senso che i calciatori potrebbero anche non riconoscere a Pisacane quell’autorità che deve essere propria di ogni allenatore. Siccome il mister è molto giovane qualcuno potrebbe vederlo quasi come un suo ‘parigrado’, e questo si ripercuoterebbe negativamente sul rendimento della squadra. Non dico che le cose andranno così, ma potrebbe anche accadere qualcosa del genere.”