ESCLUSIVA TC - JEDA: "Contro il Parma reazione straordinaria. Al Tardini per vincere: speculare sul 3-2 sarebbe un errore"

ESCLUSIVA TC - JEDA: "Contro il Parma reazione straordinaria. Al Tardini per vincere: speculare sul 3-2 sarebbe un errore"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
giovedì 1 giugno 2023, 15:07Primo piano
di Matteo Bordiga

Quando si pronuncia il nome di Jedaias Capucho Neves, in arte Jeda, sul volto dei tifosi rossoblù si disegna un largo e nostalgico sorriso. Il brasiliano ha legato il suo nome a due delle stagioni più esaltanti della storia recente del Cagliari: il campionato dei miracoli di Ballardini, culminato nel girone di ritorno da Champions League e nell’inebriante cavalcata-salvezza del 2008, e l’annata successiva con Allegri, giocata a briglie sciolte facendo sgambetti su sgambetti alle big del campionato e conquistando uno scoppiettante nono posto finale.

L’anno seguente, sempre con Allegri, a un certo punto la squadra si trovò alle soglie della zona-Champions, ma un inspiegabile crollo finale compromise una prima parte di torneo giocata in maniera sontuosa.

Per Jeda, sempre protagonista nei suoi due anni e mezzo a Cagliari, 22 gol in 86 presenze, e un contributo determinante nella fase offensiva di una squadra che divertiva e si divertiva.

Oggi l’attaccante di Santarém è il primo tifoso del team isolano, e ne segue le gesta con attenzione e trasporto. Non mancando, quando è necessario, di sottolinearne pecche strutturali ed eventuali passaggi a vuoto.

Jeda, che idea si è fatto della partita col Parma? Una gara incredibile, ribaltata quando le speranze di rimonta erano ormai ridotte al lumicino.

“Non ho visto il primo tempo, ma solo il secondo. Quando mi sono collegato e ho visto che il punteggio era sullo 0-2, francamente non ci volevo credere. Mi sembrava impensabile che il Cagliari, dopo le ultime ottime prestazioni che testimoniavano di una squadra completamente trasformata rispetto al recente passato, stesse perdendo 2-0 in casa. Pur contro un avversario di qualità come il Parma.

Ranieri ha fatto un lavoro enorme sui giocatori da quando è arrivato, dando al gruppo esattamente ciò di cui aveva bisogno. Per questo mi stupivo di un approccio così negativo in una partita decisiva giocata in casa. Poi però è arrivata la reazione nella ripresa. Sotto di due gol sono rientrati in campo letteralmente indiavolati. Una squadra che rimonta con questo spirito e con questa ferocia agonistica dimostra di voler davvero fare qualcosa di importante. Faccio i complimenti a tutti, perché sono venuti fuori da una situazione difficile con grandissima determinazione.”

Crede che si sia trattato più di una reazione temperamentale, di carattere e di cuore, che di una svolta di tipo tecnico-tattico?

“Secondo me hanno inciso entrambe le componenti. A questi livelli l’elemento tecnico da solo non basta: se non hai quel sacro fuoco e quella capacità di tirare fuori qualcosa di diverso a livello caratteriale nei momenti più complicati, finisci per soccombere. La “garra” è fondamentale. Pensiamo al Südtirol: con tutto il rispetto, non è una squadra tecnicamente forte. Però incarna alla perfezione lo spirito del suo allenatore, e non molla mai di un centimetro. Non a caso ha battuto il Bari nel playoff d’andata.

Contro il Parma il Cagliari ha dimostrato di possedere questa grinta e questa forza caratteriale… che è esattamente ciò che gli è mancato tante, troppe volte nel corso della stagione. In serie B la qualità del gioco non basta.”

Da questo punto di vista, a suo parere qual è stato l’apporto di Ranieri? Come ha trasformato un Cagliari un po’ scarico e abbacchiato in una squadra feroce e affamata?

“Ha portato tanta determinazione e consapevolezza. Ma ha anche cambiato molto sul piano tattico. Alcuni giocatori che nel girone d’andata non rendevano ora stanno girando a mille. Lo schieramento più adatto in questo momento credo sia quello col trequartista dietro alle due punte. Il Cagliari potrebbe giocare anche con le due ali e la punta centrale, come faceva con Liverani, ma la soluzione con il trequartista mi sembra la più proficua. Avevo detto più volte che non appena Mancosu fosse tornato nella sua posizione naturale si sarebbe rivelato decisivo. Oggi è un giocatore chiave nello scacchiere di Ranieri, e in questi playoff può dare tantissimo.

Nandez, poi, è completamente trasformato. Sembra un altro rispetto al girone d’andata. Io credo che si sia scrollato di dosso la delusione per non essere approdato in una grande squadra, e gli sia passata la voglia di lasciare la Sardegna. Ora si è del tutto calato nella realtà di Cagliari, che non lo ama ma lo idolatra, e si sente un tutt’uno coi tifosi e con la città. È uno dei leader indiscussi dello spogliatoio, e un punto di riferimento come altri giocatori: Lapadula e Pavoletti, ad esempio.”

Domanda secca: come imposterebbe il ritorno a Parma? Meglio una gara guardinga, di attesa e ripartenza, o una partita d’attacco, giocata aggredendo i ducali senza speculare sul risultato dell’andata?

“Se i rossoblù giocassero di rimessa, aspettando il Parma, darebbero un segnale di debolezza. E farebbero capire agli avversari che hanno paura, il che non deve assolutamente accadere. Mi auspico un Cagliari aggressivo e propositivo, che sappia gestire i vari momenti della partita: in alcuni frangenti sai che non puoi vincere, ma ti metti nelle condizioni di non subire neanche gol. In altri momenti devi alzare il baricentro e attaccare la porta avversaria.

Di certo al Tardini non si dovrà solo difendere il risultato. Anzi: il Cagliari deve proprio dimenticarsi di avere vinto all’Unipol Domus, e ripartire da zero. Dirò di più: deve pensare di avere perso all’andata, e impostare la gara con l’obiettivo di fare gol. Del resto non è neanche nelle caratteristiche della squadra di Ranieri fare le barricate e asserragliarsi nella propria area di rigore. Martedì scorso i rossoblù hanno dimostrato che quando spingono sull’acceleratore sanno giocare e possono far male a qualsiasi avversario. Anche al Parma, che ha valori tecnici molto simili.”