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ESCLUSIVA TC - PIERPAOLO BISOLI: "Se Giulini ha scelto Pisacane avrà individuato in lui le qualità giuste per guidare il Cagliari. Scommessa lungimirante? Ce lo dirà il tempo. Al mister servirà la fiducia incondizionata di tutto l'ambiente"

ESCLUSIVA TC - PIERPAOLO BISOLI: "Se Giulini ha scelto Pisacane avrà individuato in lui le qualità giuste per guidare il Cagliari. Scommessa lungimirante? Ce lo dirà il tempo. Al mister servirà la fiducia incondizionata di tutto l'ambiente"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 16:03Primo piano
di Matteo Bordiga

In campo si votò totalmente alla causa rossoblù (tanto da fratturarsi per due volte la gamba destra, prima contro l’Udinese nel 1994 e poi con la Fiorentina nel 1996), risultando l’ago della bilancia del centrocampo cagliaritano all’epoca illuminato dal talento di interpreti estrosi e funambolici.

Lui era il classico “portatore di fieno”: un mediano-settepolmoni che garantiva alla squadra equilibrio, corsa e furore agonistico. Senza dimenticare i suoi proverbiali inserimenti in fase offensiva, che gli hanno fruttato più di qualche gol “pesante”.

Pierpaolo Bisoli da Porretta Terme a Cagliari è tuttora ricordato come un autentico gladiatore. Di quelli che trascinavano ed esaltavano il Colosseo. La sua grinta implacabile faceva di lui un infaticabile frangiflutti in mezzo al campo: definirlo “comprimario” sarebbe decisamente riduttivo, oltre che ingeneroso. Bisoli era un leader, elemento imprescindibile di quella banda sbrindellata che incendiò un’Isola intera e scalò l’Everest fino a cullare l’utopia europea.

Oggi Bisoli, che a Cagliari ha vissuto una breve esperienza anche da allenatore, è in cerca di una panchina per il prossimo campionato. Nel frattempo, ai microfoni di Tuttocagliari.net commenta la scelta della società sarda di sostituire il tecnico uscente Davide Nicola con l’esordiente Fabio Pisacane, promosso in prima squadra dopo i successi ottenuti con la Primavera.

Pierpaolo, l’investitura nei confronti di Pisacane è un atto di coraggio ponderato o un rischio eccessivo?

“Evidentemente il presidente ha riscontrato in Pisacane delle doti e delle qualità che l’hanno convinto ad affidargli la panchina della prima squadra. Poi sarà il tempo - e il campo - a dire se la scelta è stata giusta o meno. Quello che è certo è che bisognerà restare vicini al nuovo mister soprattutto nei momenti di difficoltà, che arriveranno senz’altro nel corso della stagione. Ripeto: se Giulini ha deciso di puntare su Pisacane l’avrà fatto con cognizione di causa.”

Secondo lei, che conosce il calcio sia dal punto di vista del calciatore che da quello dell’allenatore, che rapporto si può instaurare tra un giocatore e un tecnico (quasi) della stessa età? I ragazzi potrebbero riconoscere in Pisacane una sorta di fratello maggiore oppure c’è il rischio che un mister così giovane possa perdere, agli occhi del gruppo, un po’ della sua autorevolezza?

“No, non credo che esista questa possibilità. Anch’io d’altronde ho iniziato ad allenare a trentacinque anni, e avevo giocatori di trentadue-trentatré anni. Nel calcio attuale è fondamentale creare una forte empatia col gruppo ed entrare nella testa dei propri ragazzi. Il gruppo ovviamente dovrà avere la giusta voglia di mettersi a disposizione del nuovo allenatore: dovrà crearsi un blocco unico tra la società, il tecnico e i calciatori. Così si porranno le basi per un rapporto fruttuoso e duraturo.

Tutti gli allenatori, dal più giovane al più vecchio, necessitano del sostegno incondizionato di tutti coloro che li circondano. Tifosi compresi. Anche i guru della panchina, con tanti anni di esperienza alle spalle, attraversano periodi particolarmente critici. Con la fiducia della piazza, della società e dei calciatori se ne viene fuori tranquillamente.”