La Nuova Sardegna - Profondo rossoblù a Marassi

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© foto di Federico De Luca
lunedì 15 marzo 2010, 09:33Rassegna stampa
di Francesco Strazzera

Quando i due allenatore più “freschi” e moderni della serie A si incontrano, entrambi sanno che per uno dei due saranno dolori. Se poi i difensori ci mettono del loro, può capitare che i gol si contino con il pallottoliere. Ieri è toccato a Massimiliano Allegri: il suo Cagliari è finito sommerso dalle reti del Genoa di Gasperini. Un 5-3 spettacolare, condito anche da quattro legni, diversi errori arbitrali e una serie interminabile di colpi scena.
A conti fatti, i rossoblù escono da Marassi con le ossa rotte perchè, a fronte di tre gol segnati in trasferta, la porta di Marchetti ha subito per lunghi tratti un vero e proprio bombardamento.
La sfida tra i due mister “dei sogni” si apre con qualche sorpresa. Tra i padroni di casa mancano gli ex Acquafresca (ma si sapeva) e Suazo (in dubbio sino all’ultimo). Allegri lascia a sorpresa in panchina Jeda e Nenè, prefendo puntare su Larrivey e Matri con il supporto di Cossu.
La partenza del Genoa è devastante, ma i padroni di casa vengono beffati dai legni: tra l’8’ e il 16’ la traversa della porta di Marchetti viene centrata ben tre volte. Prima da Sculli con un destro rasoterra dal limite, poi dallo stesso calabrese con un violento sinistro da pochi metri, infine con una legnata mancina di Bocchetti su punizione. Nel primo e nel terzo caso, decisiva la deviazione di Marchetti con la punta delle dita.
Il Cagliari sembra destinato a capitolare da un momento all’altro, invece i ragazzi di Allegri colpiscono all’improvviso. Al 16’ Matri lavora una splendida palla sulla sinistra, riesce a girarsi e a mettere al centro dal fondo, forse oltre la linea. Sul secondo palo c’è appostato Dessena, che con un piatto destro mette in rete.
Il Genoa accusa il colpo e il Cagliari ha l’occasione per raddoppiare due minuti più tardi: splendida verticalizzazione di Cossu per Larrivey, tutto solo, che viene travolto da Amelia in uscita. Un contatto molto dubbio, ma Baracani lascia correre.


I grifoni riprendono a macinare gioco e al 31’ colpiscono il quarto incredibile legno: scambio Rossi-Sculli-Rossi, sinistro rasoterra del capitano e palla ancora sul palo. Il Marassi ribolle di rabbia ma al 35’ Palacio si tocca in area con Astori: rigore generoso, trasformato con freddezza da Zapater, con Marchetti immobile. I liguri ribaltano il risultato 4 minuti dopo, con uno splendido colpo di tacco sottomisura di Palacio, dopo un gran numero di Palladino.
Cagliari alle corde? No davvero. Un minuto dopo Cossu inventa, Conti arriva in corsa e di piatto fa 2-2. L’apoteosi del calcio continua, perchè in 3 minuti il Genoa segna altri due gol: prima con un colpo di testa di Sculli sugli sviluppi di un angolo, poi con uno splendido destro al volo di Rossi. Lo stadio è una bolgia e non si può davvero fare a meno di applaudire cotanto spettacolo.
In quanto a frizzantezza, anche la ripresa non scherza: al 9’ Cossu ruba palla a Bocchetti e vola verso la porta, ma viene atterrato. Situazione identica a quella del primo tempo, compensazione automatica e rigore trasformato da Matri per il 3-4.
La giostra però non si ferma: Milanetto sigla il 5-3 con un tocco al volo su sponda di Milanetto. È il gol che “uccide” la gara. Il Cagliari prova timidamente a riaprirla, ma il gioco si addormenta e neppure l’ingresso (tardivo) di Jeda e Nenè serve a dare una svolta. A evitare il cappotto ci pensa due volte Marchetti. In una gara che è uno spot per il calcio, il suo volo sul colpo di testa di Sculli è stato l’unico ciak “difensivo”. Per tutto il resto, almeno ieri, c’era il Genoa.