Mina alla Gazzetta: "Per molti ero magro e scarso, ma non mi sono arreso"

Yerry Mina si è raccontato a La Gazzetta dello Sport, ripercorrendo la sua storia personale e professionale: dal padre portiere ai sacrifici dell’infanzia, fino ai tanti provini superati e all’approdo tra i professionisti con Deportivo Pasto e Palmeiras. Di seguito un estratto dell'intervista.
Suo padre era portiere...
"Ha giocato col Deportivo Cali. È andato in Ecuador, era bravo. Poi ha dovuto lavorare. Ha 50 anni, mi ha avuto giovane".
Che famiglia è la sua?
"I miei sono divisi, ma sono legato anche a mamma. Ho due fratelli. Uno è forte. Ha 20 anni, fa il terzino sinistro alla Red Bull New York. Chissà che un giorno possa arrivare pure lui al Cagliari. Abbiamo il pallone in testa. Io volevo arrivare, ero ambizioso. Andavo ad allenarmi anche a piedi, un’ora di strada. Non avevo i soldi per l’autobus. Era difficile".
Come è arrivato in alto?
"Facevo tanti provini, mi scartavano. “Sei magro, sei scarso”. Ma io insistevo. Un giorno mio zio, che mi ha fatto da procuratore, mi ha detto “vai al Deportivo Pasto”. E grazie a Dio ce l’ho fatta. Avevo la motivazione di aiutare la famiglia".
A 22 anni è sbarcato al Palmeiras
"Uno squadrone, vincemmo il titolo. Ho sentito la fiducia dell’allenatore".